È vero che due fette di prosciutto al giorno aumentano il rischio di cancro? La risposta dei medici

Due fette di prosciutto al giorno aumentano il rischio di cancro?
A questa domanda ha risposto il portale “Dottore, ma è vero che?”, a cura della FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri.
In un articolo a firma di Rebecca De Fiore, si spiega che secondo documento dello IARC «il consumo di carne rossa è probabilmente cancerogeno nell’uomo e che quello di carne lavorata è definitivamente cancerogeno». In altre parole, «mangiare una bistecca (carne rossa) può causare un cancro, e il consumo di salami o salsicce (carni lavorate) è un fattore che favorisce l’insorgenza di cancro». De Fiore osserva che «la decisione dello IARC di includere la carne lavorata e la carne rossa rispettivamente tra le sostanze definitivamente e probabilmente cancerogene è stata presa dopo un’attenta revisione degli studi disponibili in merito, ma questo non significa che siano sempre dannose». «La classificazione di cancerogenicità ci dice che gli studi su salumi e insaccati hanno una qualità e un’ampiezza tale da farci dire con minore incertezza che i salumi possono aumentare il rischio di ammalarsi, mentre gli studi sulle carni rosse non lavorate sono statisticamente meno “robusti” e quindi ci permettono solo di dire che probabilmente, ma non certamente, l’associazione esiste», spiega ancora la dottoressa.
«La classificazione dello IARC, inoltre, non ci dice niente sulla potenza di una sostanza nel provocare tumori. Nonostante si trovino entrambe nella stessa categoria, ad esempio, è sbagliato dire che la carne lavorata è cancerogena allo stesso modo del fumo», aggiunge De Fiore «Dunque, mangiare due fette di prosciutto al giorno è sicuramente meno pericoloso che fumare sigarette».
In conclusione, «la classificazione della IARC non significa che un singolo pasto a base di carne o che un consumo moderato di salumi faccia male. Significa, piuttosto, che mangiare regolarmente grandi quantità di carne rossa e lavorata probabilmente non è la base per un’alimentazione sana».