Il virologo Crisanti: «Vaccino a dicembre? Si tratta solo di un esperimento. Non sappiamo se funzionerà»

«Un vaccino si chiama tale quando comincia a proteggere. In questo momento l’unica cosa che hanno messo a punto sono proteine virali che stanno iniettando a delle persone. Probabilmente entro dicembre avranno un preparato che induce anticorpi, ma non sappiamo se saranno protettivi o meno. Si tratta solo di un esperimento, non è vaccino».
Lo ha detto in un’intervista a “Il Messaggero” l’epidemiologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Università-azienda ospedale di Padova e consulente della Regione Veneto per l’emergenza Coronavirus.
Crisanti ha anche criticato le decisioni prese dal governo per la fase 2:
« Quello che davvero manca è stata un’analisi e una condivisione del rischio dell’epidemia regione per regione. Non so se il governo lo ha calcolato, a noi non ha detto niente nessuno. Ma faccio fatica a crederlo, perché se i provvedimenti vengono fatti tutti uguali è chiaro che questo crea confusione. Se la Lombardia è paragonata alla Calabria, o alla Sardegna o anche al Veneto, è indubbio che non c’è stata un’analisi territoriale», ha spiegato.
Quanto al rischio di una nuova ondata dell’epidemia con la riapertura, Crisanti ha detto:
«Sicuramente le misure di contenimento hanno bloccato l’espansione dell’epidemia. Questo è indubbio. E come dimostra la Germania, qualsiasi allentamento delle misure di restrizione sociale si associa ad un aumento del rischio. Poi bisogna vedere se questo rischio è accettabile, se è più alto di quello calcolato. Che poi nel Sud Italia l’epidemia non si sia sviluppata con la stessa virulenza con cui si è diffusa nel Nord questo dipende da altri tanti fattori: come per esempio la densità dei luoghi di lavoro, la struttura territoriale e anche il clima completamente diverso».