Fase 2, Crisanti: «È stato sbagliato tutto dall’inizio, perché le Regioni non erano tutte uguali e non sono tutte uguali ancora adesso»

«È stato sbagliato tutto dall’inizio, perché le Regioni non erano tutte uguali e non sono tutte uguali ancora adesso. Stiamo nel caos più totale».
Lo ha detto in un’intervista a “Il Messaggero” l’epidemiologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Università-azienda ospedale di Padova e consulente della Regione Veneto per l’emergenza Coronavirus.
«Quello che davvero manca è stata un’analisi e una condivisione del rischio dell’epidemia regione per regione. Non so se il governo lo ha calcolato, a noi non ha detto niente nessuno. Ma faccio fatica a crederlo, perché se i provvedimenti vengono fatti tutti uguali è chiaro che questo crea confusione. Se la Lombardia è paragonata alla Calabria, o alla Sardegna o anche al Veneto, è indubbio che non c’è stata un’analisi territoriale», ha spiegato l’esperto.
In che modo bisognava allora programmare la ripartenza?
«Ripeto,» – ha risposto Crisanti – «bisogna valutare soprattutto il rischio, che è diverso, e dipende sia dal numero dei casi, che tra l’altro ancora non conosciamo con esattezza, sia dalla capacità di risposta e di contenimento di ogni regione. Se non si fa questa analisi stiamo nel caos più totale».
« Da scienziato dico che un’analisi tecnica non è stata condivisa, e tutta questa confusione deriva proprio dal fatto che non sono stati pesati i rischi situazione per situazione, e poi non sono stati condivisi», ha aggiunto l’epidemiologo, che ha spiegato: «La strategia è basata sul vediamo quello che succede, se l’epidemia riprende richiudiamo. Questo è l’approccio scelto, poi il tutto è complicato dalla regionalizzazione della sanità».