Morti coronavirus, Milena Gabanelli smaschera le bugie dei paesi europei. Ecco i dati reali

Milena Gabanelli nella sua rubrica Dataroom di oggi per “Il Corriere della Sera” si chiede quanto siano davvero attendibili i numeri dei morti comunicati con i bollettini ufficiali da paesi europei come Italia, Spagna, Regno Unito, Francia, Svezia, Svizzera e Paesi Bassi.
«I dati sulle morti da Covid-19, che ci vengono comunicati quotidianamente dalla Protezione civile, si riferiscono solo ai pazienti con una diagnosi accertata tramite il tampone, e quindi sono inferiori rispetto alla realtà. La stessa cosa avviene negli altri Paesi europei considerati», spiega la giornalista, che ha potuto consultare in anteprima un’elaborazione dell’Istituto per gli studi di Politica internazionale (Ispi) sui morti registrati dai rispettivi Istituti di statistica nazionali che mette a confronto Paese per Paese il numero dei morti di quest’anno con quelli degli anni precedenti.
Da questa analisi emerge che «rispetto ai dati comunicati durante i mesi dell’epidemia c’è una notevole distanza», mentre «la differenza dovrebbe corrispondere alle morti da Covid-19», fa notare Gabanelli.
I morti sono sottostimati, «cioè i pazienti che hanno contratto la malattia ma non sono stati tamponati e quelli deceduti per effetti collaterali del coronavirus: dai pazienti con infarti, ictus, aneurismi, o altre patologie, non visitati e soccorsi in tempo a causa degli ospedali pieni», scrive ancora Gabanelli.
Prendendo in considerazione la differenza tra i decessi reali e quelli comunicati non più in termini assoluti, ma in percentuale, si ottiene la classifica dei «Paesi con i bollettini meno affidabili», spiega ancora Gabanelli: «La sottostima maggiore è dei Paesi Bassi (104%), a ruota il Regno Unito (93%), la Francia (41%), l’Italia (36%), la Svezia e la Spagna (35%) e la Svizzera (34%)».
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