Il virologo Di Perri: «Allo stato attuale, il rischio di dover ricominciare da capo con il lockdown dopo due settimane è forte»

“Il rischio di dover richiudere tutto dopo due settimane, purtroppo, esiste eccome. Almeno qui in Piemonte”.
Lo ha detto il virologo del reparto malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino e membro della task force regionale, Giovanni Di Perri, in una intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’.
“Allo stato attuale, il rischio di dover ricominciare da capo con il lockdown dopo due settimane, ossia il tempo medio di incubazione del virus, è forte”. “Ripeto, però, allo stato attuale. Che non è quello del 4 maggio. Dieci giorni non sono pochi. E saranno dieci giorni decisivi”, sottolinea il virologo, perché “non sappiamo ancora quali dati avremo il 4 maggio, non è impossibile che ci sarà un numero di casi tale da poter ritenere possibile l’inizio della fase 2, ma è troppo presto per dirlo”.
Il calo dei ricoveri in terapia intensiva “c’è, ma per avere un’idea più realistica dello stato del contagio è necessario che i dati si liberino dal peso” – al momento “elevatissimo” – della voce Rsa”. Per il 4 maggio si spera che, nelle residenze sanitarie, ci “sia non dico totalmente sotto controllo, ma quasi. L’importante è non limitarsi a una gestione passiva del contagio” precisa, e “passiva” significa che “per troppo tempo l’indicazione ministeriale è stata quella di fare i tamponi solo ai sintomatici. Ed è stato un errore, come dimostra l’esempio virtuoso del Veneto”, ha concluso Di Perri.