Fase 2, Crisanti: «Aprire tutti il 4 maggio è sbagliato! Non tutte le regioni sono pronte»

«Aprire tutti il 4 maggio è sbagliato! Non tutte le regioni sono pronte, non si conosce l’incidenza della malattia per giorno, per regioni e per classi di popolazione… insomma, è un pasticcio. E d’altronde è sotto gli occhi di tutti: può la Lombardia essere paragonata alla Calabria o alla Sicilia? Sono regioni che hanno casi diversi e capacità di affrontarli diversi, e comunque né per l’una né per le altre sappiamo quali sono i contagi giornalieri. Io rimango basito. Queste sono le cose che non vanno bene: sa quante persone sono state abbandonate a se stesse in questo periodo? Non ne ha idea…».
Lo ha detto il virologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di virologia e microbiologia dell’università di Padova, in un’intervista a “Business Insider”.
«Chiaramente l’epidemia era un evento in qualche modo imprevedibile, nel senso che non era successo in 80 anni: il fatto che non fossimo preparati è deprecabile ma può essere in qualche modo giustificato. Quello che non è giustificabile è riaprire essendo ancora impreparati: questo proprio non va bene», ha aggiunto l’esperto.
Alla domanda sul perché l’Oms ha dato indicazioni sbagliate per affrontare la pandemia, Crisanti ha risposto:
«Perché non prevedevano il fatto che ci fosse un grande numero di asintomatici, essenzialmente. Si sono basati su studi cinesi e i cinesi non sono mai stati trasparenti, né sull’inizio della malattia né sul numero dei casi: parliamo di un Paese in cui la trasparenza non è un valore e tutte le informazioni che fornisce vanno prese come un certo scetticismo. Invece l’Oms le ha prese come oro colato e la ha trasmesse a tutto il mondo, con le conseguenze che stiamo vedendo».
Noi ce ne siamo accorti facendo i tamponi a Vo’: ci siamo resi conto che c’era una percentuale grandissima di persone asintomatiche ma positive», ha spiegato Crisanti.