Crisanti: «L’Italia si appresta a partire e andare a lavorare con ancora migliaia di casi di infezione al giorno, quindi la possibilità che l’epidemia riparta è un rischio reale»

«A partire da oggi e anche nelle prossime settimane noi ci dobbiamo preparare a fronteggiare eventuali nuovi focolai, perché sia ben chiaro, l’Italia si appresta a partire e andare a lavorare con ancora migliaia di casi di infezione al giorno, quindi la possibilità che l’epidemia riparta è un rischio reale!».
Lo ha detto il virologo Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università e Azienda Ospedaliera di Padova e consulente del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ai microfoni di “Non è un paese per giovani” condotto da Massimo Cervelli e Tommaso Labate su Rai Radio 2.
«Noi dobbiamo essere preparati ad affrontare questo rischio, abbiamo una ricetta per bloccare eventuali nuovi focolai e quindi è chiaro che da adesso in poi dobbiamo farci trovare preparati. E’ ragionevole che diverse regioni e diverse situazioni fossero colte impreparate dall’epidemia perché non era mai successo negli ultimi 70 anni che l’Italia venisse colpita da un disastro di questo genere, però a questo punto sarebbe veramente colpevole non farsi trovare preparati a eventuali risorgenze di focolai. Noi dobbiamo andare lì e spegnerli con tutte le conoscenze che abbiamo accumulato fino ad ora», ha aggiunto Crisanti.
Alla domanda se gli faccia più paura dal punto di vista del Covid il mese di ottobre e la temuta seconda ondata o i mesi di luglio e agosto, Crisanti ha risposto:
«Mi fanno più paura i mesi di ottobre, novembre, perché si cominciano ad avere indicazioni che probabilmente il virus è sensibile al caldo: da dati epidemiologici in regioni tropicali sembra non abbia attecchito: anche se vediamo la situazione nel sud dell’Italia sembra che il virus abbia avuto una dinamica di trasmissione completamente diversa da quella del nord Italia».