Fase 2, virologa Ilaria Capua: «Secondo me siamo un po’ in ritardo»

Siamo in ritardo per ciò che bisogna fare per arrivare alla Fase 2?
«Secondo me siamo un po’ in ritardo, non abbiamo un’idea chiara di come l’infezione si sia diffusa in Italia. E’ una malattia che dipende da tanti fattori, quello che manca è capire come è messo il paese. E’ verosimile che non sia messo tutto nello stesso modo».
Così la virologa Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, rispondendo ad una domanda sui preparativi in vista della ripartenza del Paese, durante la puntata di ier di “Di Martedì”, trasmissione condotta da Giovanni Floris su La7.
Chi deve decidere se si riparte, scienziati o politici?
«È una domanda che cade a fagiolo, in questo mondo non vanno bene le persone che parlano una lingua sola, il politichese o lo scientifico stretto. Le decisioni su questi problemi così importanti e complessi devono essere prese in collaborazione e devono essere prese ascoltando le ragioni prima di tutto della salute e poi dell’economia, del tessuto sociale», ha detto Capua.
La virologa ha anche detto che «bisogna fare un test sierologico per la ricerca degli anticorpi. Così da sapere se il soggetto testato è entrato in contatto con il virus nei mesi precedenti diversamente dal tampone che dà un resoconto solo al momento».
E ancora: «Bisognerebbe uscire lentamente un po’ per volta, non tutti insieme. Il contagio con le zanzare? Ad oggi non ci sono coronavirus trasmessi da vettori. Nell’acqua trovate tracce di RNA: se ci si soffia il naso può capitare».
#Capua su #covid19: "Andiamo meglio con i dati, le misure stanno funzionando, voglio dire 'grazie' agli italiani. Siamo un po' in ritardo sulla fase 2 perché non sappiamo come si sia diffusa l'infezione nel Paese" @ilariacapua #dimartedì pic.twitter.com/gy9H6QKu3C
— diMartedì (@diMartedi) April 21, 2020