Lopalco: «Le mascherine chirurgiche devono essere usate una volta sola per un massimo di 4 o 5 ore»

“Parlare di date è molto complesso. Sicuramente dobbiamo fare i conti con una nuova quotidianità almeno fino a quando non sarà disponibile un vaccino. Possiamo però ipotizzare che la durata di questa fase intermedia, che inizierà nel momento in cui sarà dichiarata dal governo la famosa fase 2 fino appunto all’arrivo del vaccino, possa durare diversi mesi. E in questo tempo dobbiamo abituarci ad una nuova normalità, fatta magari di qualche attenzione in più e di un maggiore senso civico”.
Queste le parole dell’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Pisa.
Fondamentale è evitare il contagio. “Per questo dobbiamo proteggere noi stessi. Per proteggere anche gli altri ed evitare che il virus circoli, poi, abbiamo citato tante volte le mascherine, che però devono essere utilizzate con criterio. Quando non servono non dobbiamo sprecarle, perché non abbiamo forniture infinite e hanno anche un costo”.
Le mascherine vanno utilizzate “ quando siamo insieme agli altri e non possiamo garantire la distanza di sicurezza. Questa è una norma di buonsenso che tutti quanti dovremmo seguire” – e ancora – “Bisogna farsi un po’ strada tra quella che è diventata la ‘selva delle mascherine’. Le tipiche mascherine chirurgiche, quelle in tessuto non tessuto, non sono riutilizzabili, quindi devono essere usate una volta sola per un massimo di 4 o 5 ore, a seconda dell’utilizzo che se ne fa”.
“Non devono usare mascherine di alto livello, come le Ffp2 o le Ffp3 perché quelle devono essere riservate ad un uso professionale per gli operatori sanitari. I cittadini devono invece utilizzare le mascherine chirurgiche o che abbiano un’efficacia filtrante pari a quelle chirurgiche. Se possono essere riutilizzate? Ni… Cerchiamo di rimetterci alle indicazioni del produttore, che devono esserci ma soprattutto devono essere chiare”, ha aggiunto l’esperto.
Per quanto riguarda i guanti “Non imponete il loro utilizzo obbligatorio perché se utilizzati male sono più dannosi che utili” – ha puntualizzato Lopalco – “Il principio è molto semplice quando abbiamo i guanti non li laviamo. Per cui se i guanti sono sporchi, noi li utilizziamo come veicolo di contagio, potendo così trasferire il virus da una parte all’altra o da una superficie all’altra. Oppure, peggio ancora, con quei guanti sporchi possiamo toccarci il viso, tentando magari di aggiustarci la mascherina, che è a contatto con bocca e naso, andando a contaminare la mascherina stessa. I guanti possono essere insomma non solo inutili ma anche dannosi”.
“La chiave di lettura è nell’igiene delle mani. È vero che se una superficie è toccata da tante persone statisticamente potrebbe esserci del virus, che potrebbe resistere diverse ore. Non sappiamo quanto sia importante la carica infettante che si trova su queste superfici, ma ipoteticamente ci può essere un virus e può essere infettante. Allora cosa dobbiamo fare? Laviamoci le mani, è molto semplice”, ha affermato.
Per quanto riguarda le misure igieniche, fondamentali in questo periodo, “Ci vuole sempre buonsenso. Lasciare sull’uscio scarpe e soprabiti è una buona prassi igienica, che evita di far entrare in casa contaminanti, virus, batteri e qualunque cosa si trovi nell’ambiente esterno. Non sappiamo se questo diminuisce il rischio di Coronavirus, però è una buona prassi, quindi perché non farla…”.
“Tutte le misure di buona prassi igienica entreranno a far parte della vita di tutti noi e ancora una volta il fatto di lavarsi spesso le mani non servirà soltanto per il Coronavirus, ma anche per migliorare l’igiene in generale. Il fatto di coprirsi la bocca e il naso durante la stagione invernale, quando possiamo avere dei virus respiratori, servirà per tutte le infezioni da virus respiratori. Credo che alla fine il livello generale di buone pratiche igieniche aumenterà nella nostra popolazione”, ha spiegato l’epidemiologo.
“Gestire questa questa fase sarà ovviamente compito della politica. Anche se la curva epidemica si sarà messa controllo, quindi anche se la prima ondata pandemica sarà passata, questo non vuol dire che il virus è scomparso. Non possiamo illuderci che a giugno, luglio e agosto il virus sia scomparso dalla popolazione italiana. Probabilmente correrà sotto traccia e dovrà essere sorvegliato, quindi dobbiamo prepararci ad un’estate diversa dalle altre. Ci vuole ancora un po’ di pazienza. Sono sicuro che potremo uscire di casa e potremmo farci una bella vacanza, ma quello che io mi aspetto, e che anche un po’ spero, è che si possa tornare al buonsenso della generazione che ci ha preceduti, in cui le vacanze si facevano con una gita fuori porta e non si andava tanto lontano”, ha concluso Lopalco.