Coronavirus, Lopalco: «Siamo seduti su una polveriera e la situazione può esplodere da un momento all’altro. Le catene di contagio sono ancora aperte»

«È proprio così, siamo seduti su una polveriera e la situazione può esplodere da un momento all’altro. Ragionando per eccesso, ammettiamo pure che un milione di italiani abbia avuto l’infezione. Ce ne sono altri cinquantanove che non l’hanno avuto. Dunque bisogna andare dietro alle catene di contagio e spegnere le micce. La polveriera è questa. Le catene di contagio sono ancora aperte, c’è ancora in giro tanta gente contagiata che sta infettando altre persone e tutte queste, a loro volta, possono infettarne altre».
Lo ha ribadito l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università di Pisa e responsabile del coordinamento regionale emergenze epidemiologiche dell’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale della Regione Puglia, in un’intervista all’Huff Post.
Alla domanda se siamo vicini al picco, il professore ha risposto:
«Non possiamo dirlo fino a quando non abbiamo un quadro complessivo dell’andamento del contagio. Bisogna vedere, ad esempio, quello che succede nelle grandi città, penso a Milano, a Napoli. Non lo sappiamo ancora con certezza. La curva epidemica sta rallentando e questo significa che ogni giorno si registra un alto numero di casi, ma leggermente inferiore a quello del giorno precedente. Dal punto di vista strettamente epidemiologico è un buon segno. Però, attenzione, perché, come ho già detto, i casi che si contano sono ancora tantissimi».