Coronavirus, infettivologo cinese: «Anche in Italia bisognerebbe chiudere tutto: un mese di distanziamento sociale rigido e il contagio si fermerebbe»

«Anche in Italia bisognerebbe chiudere tutto, fabbriche e negozi, un mese di distanziamento sociale rigido, e il contagio si fermerebbe».
Lo ha detto il professor Qiu Yunqing, infettivologo cinese vicedirettore dell’ospedale universitario della regione di Zhejiang, e medico a capo della delegazione di tredici esperti che ha visitato alcuni ospedali del nord Italia, in un’intervista a “Repubblica”.
Secondo l’infettivologo, nel nostro Paese è necessario «un vero blocco collettivo delle attività, come si è fatto in Cina. Con rifornimenti alimentari per quartieri, o blocchi di palazzi. Serve il controllo rigido della diffusione del contagio, altrimenti non finiranno mai le persone da curare, ed è così che gli ospedali vanno in tilt. Non vi sono altre misure, lo dico perché noi l’abbiamo sperimentato. Ci tengo che il messaggio passi al vostro Paese».
Quanto a medici e ospedali, Qiu ha detto che «i livelli di protezione sono sicuramente inferiori ai nostri. Parlo di maschere, di tute protettive in Tyvek. Le maschere generiche non bastano, l’impressione è che gli operatori non siano abbastanza tutelati. Forse per mancanza di risorse effettive, o, all’inizio, di mancata comprensione del problema. Come è successo a Wuhan, nel primo periodo c’è stata una situazione simile: non si sapeva cosa fosse, questo virus, e non c’era la possibilità di avere risorse».