Coronavirus, Rezza (Iss): «Per avere chiarezza bisogna arrivare almeno fino alla fine di aprile. È logico prevedere di allungare il blocco almeno di altre due settimane»

«Ancora dobbiamo vedere gli effetti chiari delle misure di contenimento e già pensiamo alla vita normale? Non esiste. Il virus non scompare per incanto e se anche avessimo la bacchetta magica per eliminarlo dovremmo fare i conti col resto d’Europa, con i Paesi che non hanno adottato provvedimenti forti prendendo a modello la città di Wuhan, dove è cominciata l’epidemia. Che facciamo, sigilliamo le frontiere per difenderci?».
Lo ha detto Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive Istituto Superiore di Sanità, in un’intervista al “Corriere della Sera”.
«Abbiamo visto decrescere la trasmissione del virus nelle ex zone rosse del Nord, a Codogno in particolare, dove le chiusure sono scattate prima. Nel resto d’Italia sono cominciate l’8 marzo. In sole 2 settimane gli effetti del blocco non sono visibili, per avere chiarezza bisogna arrivare almeno fino alla fine di aprile. È logico prevedere di allungare il blocco almeno di altre due settimane».
«Anche quando vedremo che la diminuzione dei casi è chiara e decisa e che non si tratta di un semplice rallentamento non si potrà dichiarare tana liberi tutti. Guardiamo l’esempio di Wuhan. I casi si sono azzerati definitivamente il 19 marzo eppure stanno programmando la ripresa con estrema prudenza», ha fatto notare Rezza.
Qual è l’indice di contagiosità del virus in Italia?
«Se il nuovo coronavirus fosse stato libero di correre avrebbe raggiunto un R0 di 2-3. Con questi interventi di contenimento si potrà ricondurre al di sotto della soglia, come è successo a Codogno, prima di una ripresa. Il valore dell’Italia non si può stimare perché abbiamo diverse situazioni regionali. Siamo nettamente al di sopra di 1. Se non ci fosse stato il lockdown in 6 mesi l’epidemia avrebbe provocato milioni di malati e avremmo potuto calcolarlo a due mesi dalla comparsa del virus. In Italia la situazione è diversa, le chiusure sono state progressive quindi non è possibile prevedere la data del picco», ha risposto Rezza.