Coronavirus, Burioni: «Interleuchina-6, un possibile bersaglio per spegnere la tempesta infiammatoria in COVID-19»

Il sito di divulgazione scientifica “Medical Facts” del virologo Roberto Burioni oggi parla di un «possibile bersaglio farmacologico per limitare le complicanze cliniche più gravi delle infezioni da nuovo coronavirus».
Le tempeste infiammatorie, caratterizzate da un eccessivo rilascio di una vasta serie di citochine, rappresentano una delle principali cause dell’aggravarsi del quadro clinico nel COVID-19.
«Alcune di esse» spiega il ricercatore dell’Università Vita-Salute San Raffaele Alessandro Migliara, «svolgono funzioni ridondanti e sono spesso inter-scambiabili tra loro, altre invece sono uniche nel proprio genere. Inoltre, alcune sono specializzate in una o poche funzioni, altre sono in grado di svolgere più azioni contemporaneamente. Infine, alcune sono attive solo in alcuni casi, altre sono trasversali a diverse tempeste infiammatorie, indipendentemente da quale sia la causa scatenante. Quell’attore a cui è stata assegnata una parte che solo lui è in grado di interpretare, quell’attore che sa sia recitare, sia cantare, sia ballare, quell’attore che viene scritturato sempre, indipendentemente da quale sia lo spettacolo in questione, ecco quell’attore lì nelle tempeste infiammatorie è l’interleuchina-6».
«In seguito all’infezione virale questa citochina infiammatoria» scrive ancora Migliara «viene rilasciata da diversi tipi cellulari, tra cui le cellule dendritiche e i macrofagi del sistema immunitario innato. Una volta prodotta, l’interleuchina-6 lega il suo recettore IL-6R, presente sulla superficie di varie cellule, ingaggiandole in questo modo in numerose azioni pro-infiammatorie, tra cui: produzione della proteina VEGF da parte dei fibroblasti, con conseguente risposta da parte delle cellule endoteliali dei vasi sanguigni e aumento della permeabilità dei vasi stessi; produzione di proteine pro-infiammatorie e pro-coagulanti nel fegato; produzione di anticorpi diretti contro il virus da parte dei linfociti B ; attivazione dei linfociti Th17, in grado di eliminare le cellule infettate dal virus.
«Questo» osserva l’esperto «ci fa capire perché un’azione moderata e transitoria dell’interleuchina-6 è preziosa per attivare il sistema immunitario. Possiamo però anche capire perché l’azione esagerata e cronica di questa citochina che caratterizza le tempeste infiammatorie provoca effetti devastanti. Oltre a causare un’eccessiva permeabilità dei vasi, con conseguente accumulo di fluidi negli organi, un’azione esagerata di interleuchina-6 può nel tempo attivare il sistema immunitario in modo aberrante portandolo a produrre anticorpi e linfociti T non più soltanto contro gli agenti infettivi, ma anche contro le nostre stesse proteine. Da qui il ruolo chiave dell’ interleuchina-6 (e delle tempeste infiammatorie in generale) in diverse malattie autoimmuni, tra cui l’artrite reumatoide. Malattie in cui il sistema immunitario perde il controllo e attacca i nostri stessi organi».