Virologo Clementi: «I coronavirus ci provano di continuo a fare il salto di specie per passare all’uomo, e prima o poi ci riescono. Dobbiamo essere pronti per affrontarli»

«Ogni epidemia da coronavirus ha una durata — di qualche mese — e una fine, che può per esempio essere accelerata dall’arrivo dell’estate (come accaduto per la Sars). I coronavirus si adattano all’ospite, diventano virus semplici: Sars-CoV-2, che ora ci fa tanta paura, potrebbe continuare a circolare entrando nel novero delle centinaia di virus che ci provocano il raffreddore. O, come il responsabile della Sars, sparire del tutto. Il problema però è un altro: tra qualche anno ci sarà una nuova epidemia, e poi un’altra ancora, la colpa sarà dei “cugini” di Sars-Cov-2 e predecessori. I coronavirus ci provano di continuo a fare il salto di specie per passare all’uomo, e prima o poi ci riescono. Dobbiamo essere pronti per affrontarli».
Lo ha detto Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia all’Ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario all’Università Vita-Salute San Raffaele, in un’intervista al “Corriere della Sera”.
Come possiamo difenderci? «Serve un’attività approfondita di ricerca che porti a farmaci e vaccini che ci possano difendere da future epidemie,» ha risposto Clementi.
«In passato non si è fatto, ed è stato un errore. In teoria sarebbe possibile anche mettere a punto un vaccino contro i coronavirus in generale, perché esistono dei determinanti di gruppo che possono essere identificati. In questo momento però avremmo bisogno di farmaci antivirali specifici, per curare i casi gravi. Pensiamo all’epatite C che ha infettato centinaia di milioni di persone nel mondo e per la quale non esiste un vaccino: ora abbiamo farmaci efficacissimi e quindi possiamo debellarla. La mia speranza è che questa epidemia finisca prima che arrivino nuovi farmaci o un vaccino, ma è importante che la comunità scientifica non si faccia trovare impreparata di fronte alle prossime epidemie», ha aggiunto.