Misure coronavirus, Rezza (Iss): «È realistico aspettarsi un primo impatto nel giro di una settimana-dieci giorni»

Per vedere i primi effetti sulla curva dei contagi delle misure restrittive attuate dal governo dieci giorni fa «è ancora presto. Dobbiamo aspettare fine mese».
Lo ha detto all’AGI Gianni Rezza, capo del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.
«Cominciamo a vedere – ha spiegato – solo da poco qualche risultato sulle primissime zone rosse, che sono partite dieci giorni prima. Per il resto del Paese è realistico aspettarsi un primo impatto nel giro di una settimana-dieci giorni. Noi siamo fiduciosi sull’efficacia delle misure».
«Una volta che saremo riusciti a contenere il virus, bisognerà pensare anche al dopo, e un sistema da remoto così efficace potrebbe anche aiutarci ad alleggerire altre misure. D’altra parte noi abbiamo due modelli: quello cinese, dove hanno messo in campo misure draconiane difficilmente replicabili da noi, e quello coreano, dove hanno deciso per meno chiusure ma appunto più controllo da remoto. Riuscendo ad appiattire la curva dei nuovi contagi», ha detto ancora Rezza.
«Per ora le raccomandazioni sono quelle di testare i sintomatici per isolarli, e di testare quanto più possibile i loro contatti. Ovviamente – ha spiegato l’esperto – questo è più difficile in aree come la Lombardia, per un fatto numerico. Ma ricordiamo che noi abbiamo oggi molte regioni del centro-sud dove il contagio corre a una velocità diversa, ed è ancora possibile e doveroso fare un contenimento efficace. Penso al Lazio, che bene ha fatto a creare la zona rossa a Fondi: dove i numeri sono ancora ridotti il contenimento fisico, per così dire, è ancora la strategia. Ma soprattutto nelle regioni più in difficoltà, e in prospettiva in tutto il Paese, un sistema di monitoraggio mirato può essere un’opzione»