Coronavirus, prof. Galli: «Parte degli infetti in Lombardia è in giro a lavorare senza saperlo neppure»

«C’è molta più gente in Lombardia che ha l’infezione» da coronavirus «rispetto a quelli che fino ad adesso sono stati registrati e diagnosticati direttamente con il tampone», e «parte di queste persone o dei loro congiunti è in giro a lavorare senza saperlo neppure».
È quanto sostiene l’infettivologo Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano, in merito all’emergenza coronavirus.
Parlando a SkyTg24 sabato mattina, l’esperto ha osservato: «Stare a casa è fondamentale. Ma se si sta a casa in una situazione in cui le licenze di uscita con cui si possono raggiungere situazioni in cui c’è parecchia gente, come gli ambiti lavorativi, sono molto numerose e non giustificate, andremo avanti a cerchi concentrici a continuare ad avere più infezioni».
«Non stanno fallendo i meccanismi di distanziamento sociale che arrivano dal decreto del Governo, non è così – ha precisato – Tutto quello che stiamo vedendo lo stiamo vedendo a partire da contagi che sono avvenuti prima dei meccanismi di distanziamento sociale. Non possiamo pensare che i casi stiano aumentando pur stando in casa, ma serve stare in casa a maggior ragione perché ci sono molti casi. E se fossimo tutti in giro o troppo in giro, come forse ancora siamo, il virus ha buon gioco per diffondersi ulteriormente. Stare in casa è fondamentale».
«Secondo me purtroppo le misure» adottate (prima dell’ultimo decreto di Conte di sabato 21 marzo, ndr) «non bastano ancora. Lo dico aprendo le braccia e tutt’altro che felice nel dirlo, però dobbiamo essere precisi su questo. Credo che non bastino ancora, soprattutto nella situazione della Lombardia»,
«Le misure sono importanti e perché funzionino devono essere radicali – ha spiegato – Lo dimostra Wuhan che sta per uscire da questo disastro in un tempo ragionevole, anche se lungo. Diversamente rischiamo che il nostro tempo diventi lunghissimo».