Coronavirus, virologa Gismondo: «Dicevamo sarebbe stato poco più grave di un’influenza. Adesso invece siamo attoniti»

«Ormai siamo abituati non avere più distinzione tra sabato, domenica e il resto della settimana – dice – spesso neanche tra il giorno e la notte».
Lo ha detto in un colloquio telefonico con l’AdnKronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.
“Stiamo vivendo in un mondo che non conoscevamo. Sto facendo la coda fuori dal supermercato perché in casa non c’è più niente. Un mondo stranissimo circondati da persone che ci chiedono cosa ne pensiamo, cosa accadrà, la data in cui finirà, come se noi fossimo i depositari della verità di questo virus. Noi in realtà siamo preoccupati come tutti gli altri», ha confessato l’esperta la scienziata.
Di fronte a «quello che prima non ci preoccupava e che io e altri virologi – come del resto l’Organizzazione mondiale della sanità – dicevamo sarebbe stato poco più grave di un’influenza. Adesso invece – ha detto ancora Gismondo – davanti ai numeri della Lombardia, siamo abbastanza attoniti e vogliamo capire di più».
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— Adnkronos (@Adnkronos) March 21, 2020