Sindrome dell’occhio secco, cause rischi e principali rimedi

Bruciore e fastidio agli occhi, prurito, sensazione di avere un corpo estraneo all’interno della palpebra. Sono alcuni dei sintomi della sindrome dell’occhio secco.
“Si tratta di una vera e propria patologia multifattoriale caratterizzata da un deficit quantitativo e qualitativo del film lacrimale, che normalmente lubrifica la superficie oculare”, lo fa sapere a Fortesano.it il dottor Vincenzo Scorcia esperto in oftalmologia.
Professor Scorcia da cosa è determinata la sindrome dell’occhio secco?
“Diversi fattori di natura genetica, ambientale ed endogena concorrono nel determinare sia una ridotta produzione che un’alterata stabilità delle lacrime, con eccessiva e precoce evaporazione delle stesse.
Venendo a mancare l’azione lubrificante e protettiva del film lacrimale, si determina una disidratazione cronica della cornea e della congiuntiva con l’attivazione di una cascata di eventi, infiammatori e non, che si autoalimenta creando un circolo vizioso, responsabile della cronicizzazione della malattia”.
Quali sono gli individui più soggetti a questo problema?
“Gli individui più colpiti sono le persone anziane, essendo una patologia che aumenta con l’età, e le donne in menopausa o in gravidanza (a causa delle alterazioni ormonali).
I soggetti che trascorrono molto tempo in ambienti, lavorativi o domestici, troppo secchi o poco umidificati, che fanno uso protratto di videoterminali, tablet e smartphone o che ‘abusano’ di lenti a contatto (LAC).
Poi ci sono anche i soggetti che assumono terapie croniche con farmaci che riducono la produzione di lacrime (antidepressivi, antistaminici, diuretici o che usano alcuni colliri come quelli per la terapia del glaucoma) e gli individui affetti da patologie sistemiche croniche (LES, S. di Sjögren, artrite reumatoide, diabete), problematiche dermatologiche (acne rosacea, dermatite seborroica) e malattie oculari quali congiuntiviti, blefariti e disfunzione delle ghiandole di Meibomio.
Infine i pazienti sottoposti a chirurgia oculare, soprattutto refrattiva o di cataratta, anche se solitamente, in questi casi, la condizione è transitoria”.
Come si cura l’occhio secco?
“La terapia varia in funzione della gravità della malattia e dei fattori scatenanti o responsabili. I trattamenti comprendendo modifiche dello stile di vita, impiego di lacrime artificiali, farmaci antinfiammatori e intervento chirurgico nei casi più gravi.
Nelle forme di ‘entità lieve’ è consigliato:
– Evitare l’esposizione a fumo, smog e agli ambienti molto secchi o ventosi e assicurare una corretta umidificazione degli spazi lavorativi e/o domestici.
– Limitare l’esposizione prolungata a computer, tablet e smartphone.
– Effettuare una corretta igiene palpebrale, impacchi caldo-umidi e antibiotici topici nei casi associati a blefarite cronica e disfunzione delle ghiandole di Meibomio.
– Impiego di sostituti lacrimali, privi di conservanti.
– Integrazione nella dieta di acidi grassi omega3.
Nei casi di entità ‘moderata-grave’ è indicato l’utilizzo di:
– Antinfiammatori topici a base di corticosteroidi o ciclosporina A
– Farmaci che stimolano la secrezione lacrimale (secretagoghi) come la Pilocarpina (S. Sjögren)
– Antibiotici sistemici (tetracicline) in caso di infezioni palpebrali.
– Lenti a contatto terapeutiche o occhiali a camera umida.
È consigliata inoltre la chiusura temporanea dei puntini lacrimali, tramite dispositivi in silicone o collagene (punctum plugs) per favorire la permanenza delle lacrime sulla superficie oculare.
Nelle circostanze più severe, con coinvolgimento corneale, sono indicati colliri a base di siero autologo oppure la terapia chirurgica. Quest’ultima varia dalla chiusura palpebrale tramite sutura (tarsorrafia) al trapianto corneale”.
La sindrome dell’occhio secco si può correggere con il laser?
“Non esiste una terapia laser vera è propria per correggere la patologia.
Tuttavia, sono disponibili trattamenti innovativi utili nei casi di occhio secco secondari a disfunzione delle ghiandole di Meibomio.
Uno di questi è la pulsazione termica, che sfrutta l’applicazione di calore sulle palpebre per aprire e ripulire i dotti ghiandolari ostruiti e la luce pulsata ad alta intensità. La tecnica impiega una serie di impulsi luminosi sulla superficie palpebrale per stimolare la produzione della componente lipidica delle lacrime da parte delle ghiandole di Meibomio”.
L’occhio secco potrebbe nascondere problematiche più complesse?
“Sì, spesso rappresenta la prima manifestazione di una patologia sistemica, in altri casi, se non adeguatamente trattato, può determinare lesioni corneali vere proprie e predisporre a infezioni oculari gravi”.