Restare paralizzati per un batterio: ecco perché è importante cuocere bene gli alimenti

È rimasto paralizzato dal collo in giù per aver mangiato del pollo poco cotto. È successo a un uomo di 39 anni di Brighton, in Inghilterra. Ne hanno parlato diversi quotidiani locali e internazionali.
Sembra impossibile, invece può succedere. Il responsabile è il Campylobacter jejuni, un batterio capace di determinare un’infezione che in certi casi può provocare conseguenze davvero gravi.
“La sindrome di Guillain-Barré è una polineuropatia infiammatoria acuta che può essere caratterizzata da diversi livelli di gravità clinica”, spiega in un’intervista a Fortesano.it il dottor Gianluca Ianiro, gastroenterogo al Policlinico Gemelli di Roma.
Come è possibile restare paralizzati a causa di un batterio?
“L’infezione da Campylobacter jejuni, un batterio che può contaminare la carne poco cotta, tipicamente il pollame, può far scatenare una patologia particolare, la sindrome di Guillain-Barré.
Essa è una polineuropatia infiammatoria acuta, che in genere progredisce rapidamente ma è autolimitantesi, e può essere caratterizzata da diversi livelli di gravità clinica, da una semplice debolezza muscolare e lieve perdita della sensibilità distale fino alla paralisi, come nel caso del paziente in questione”.
Quali sono gli altri rischi connessi alla scarsa cottura del pollo?
“In generale, quelli di una scarsa cottura degli alimenti non controllati, ovvero che siano adulterati oppure contaminati da microbi”.
Vale lo stesso per le altre carni bianche? Quali altre patologie si possono contrarre?
“Vale per carni e pesci non opportunamente trattati (per es. con l’abbattimento). Un rischio relativamente frequente è quello di parassitosi, per esempio”.
Quali sono i rischi maggiori a cui si va incontro mangiando gli alimenti sbagliati?
“Possiamo avere reazioni acute (es. tossinfezioni, o avvelenamento), ma, più frequentemente, i danni di un’alimentazione scorretta si vedono nel lungo termine, dato che un’alimentazione ad eccessivo consumo di carni rosse, grassi animali (specie saturi), conservanti, alcool, ad esempio, è un fattore di rischio per patologie cardiovascolari e metaboliche, nonché oncologiche”.
Cosa si può fare dal punto della prevenzione?
“Educare la persona, fin dall’età pediatrica, a una corretta alimentazione.
Inoltre, avere una dieta con molte fibre (frutta e verdura) di provenienza certa, pochi grassi animali e carni rosse, pochi carboidrati raffinati, evitare al massimo i conservanti, non fumare, consumare alcool entro i limiti consentiti, fare attività fisica aerobica regolare”.