Emicrania, i rimedi per fermare il fastidioso mal di testa

Fitte di dolore, spossatezza, nausea. L’emicrania non è un semplice mal di testa e quando arriva non va via facilmente.
“In genere le crisi di emicrania durano da 4 a 72 ore, ma possono essere protratte generando uno stato emicranico”, lo spiega in un’intervista a Fortesano.it Lorenzo Pinessi, medico specialista neurologo e psichiatra, primario emerito di Neurologia della Città della Salute e della Scienza di Torino.
Sarebbero circa 15 milioni gli italiani che hanno avuto almeno una volta nella vita un forte attacco di emicrania. È quanto attestano le statistiche più recenti.
La buona notizia è che oggi è disponibile una nuova classe di farmaci rivoluzionaria secondo gli esperti. Si tratta di anticorpi monoclonali che dovrebbero permettere un miglioramento della qualità di vita di chi è affetto da emicrania.
Dottor Pinessi, può spiegarci cosa è l’emicrania?
“L’emicrania è la forma di gran lunga più frequente e più importante tra le cefalee primarie.
È una patologia complessa caratterizzata da una disfunzione neurovascolare con conseguente maggiore vulnerabilità del paziente ad una serie di fattori di rischio che favoriscono e scatenano le crisi. Si tratta di crisi ricorrenti di dolore al capo in sede frontale, temporale, occipito-nucale, al collo ed alle spalle.
È spesso presente, in particolare nell’emicrania cronica, una rilevante tensione/dolenzia dei muscoli del collo, delle spalle e pericranici.
Le crisi possono essere lievi-moderate o molto severe, con nausea e talora vomito, con disequilibri e talora vertigini.
Il dolore è spesso pulsante e vi può essere fastidio agli odori, alla luce e ai rumori.
In circa il 15% dei casi la crisi è preceduta dalla cosiddetta aura, visiva per lo più o anche sensitiva, motoria o talora troncoencefalica e cognitiva.
Il dolore può essere monolaterale (emicrania) o bilaterale.
Le crisi durano da 4 a 72 ore, ma possono essere protratte (stato emicranico).
Nei bambini invece durano, di solito, meno di 4 ore.
La componente genetica è rilevante e condiziona la soglia individuale per lo scatenarsi delle crisi.
La malattia emicranica, se non trattata con terapie opportune e con un adeguato stile di vita, solitamente peggiora con gli anni spesso con abuso di farmaci antidolorifici”.
Da cosa è causata l’emicrania?
“Lo scatenamento del dolore emicranico è il risultato di un processo che coinvolge fattori diretti come l’attivazione dei recettori del dolore a livello dei vasi cerebrali e meningei.
Questi sono associati a una ridotta funzionalità delle vie encefaliche di controllo del dolore.
Tipicamente intervengono in maniera significativa altri fattori come lo stress, l’alimentazione scorretta (alcol, cioccolato, formaggi ecc.), disturbi del sonno, sregolatezze, strapazzi, variazioni climatiche come troppo caldo o freddo eccessivo, vento, umidità.
Può incidere anche l’aria condizionata”.
Quali sono gli individui più soggetti?
“Sono più soggette le persone ansiose, depresse, con stili di vita o di lavoro stressanti e con una predisposizione genetica significativa.
In genere le donne sono più colpite degli uomini (il rapporto è di 3:1)”.
Come si cura l’emicrania?
“Esistono terapie adeguate di profilassi. Farmaci di prima scelta sono il propranololo e la flunarizina.
Possono altresì essere utilizzati in alcuni casi gli antidepressivi o gli antiepilettici come il topiramato e il valproato. Per bloccare l’attacco emicranico si usano i triptani.
Farmaci antidolorifici-antinfiammatori sono utilizzabili specialmente in caso di crisi lievi/moderate e non frequenti.
La tossina botulinica è un farmaco di prima scelta nell’emicrania cronica specialmente se vi è presenza di tensione e contrattura dei muscoli del collo delle spalle e di quelli pericranici.
Recentemente sono stati proposti farmaci, anticorpi monoclonali, anti-recettori del CGRP. Questo avrebbe un ruolo nello scatenamento della crisi emicranica.
Nei casi di emicrania cronica con grave abuso di farmaci è indicato lo ‘svezzamento’ con il ricovero del paziente”.