Vaccino contro l’influenza, tra disinformazione e rischi: «Il virus non si deve sottovalutare»

“Oltre 600mila persone sono già state colpite dall’influenza”.
È quanto attestano le rilevazioni effettuate nel corso del 36esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, che si è tenuto nei giorni scorsi a Firenze.
Pare che quest’anno il virus sia arrivato in anticipo.
Quello che preoccupa è che alla luce dei fatti sarebbero meno di due su 100 i bambini sotto i 5 anni che vengono vaccinati contro l’influenza. Sono i dati emersi nel corso del Flu Day organizzato dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) di Roma. Si tratta di una situazione allarmante dal momento che, secondo gli esperti, i più piccoli su ammalerebbero 5 volte di più rispetto agli adulti.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, lo scorso inverno sarebbero stati colpiti dal virus influenzale quasi 900mila bambini.
Per questo motivo l’Iss mette l’accento sull’importanza della vaccinazione anti-influenzale.
“L’influenza non è un virus di poco conto. L’errore fondamentale che molti commettono è di considerarlo tale”, spiega in un’intervista a Fortesano.it il dottor Paolo Tundo, infettivologo. “Il vaccino è l’arma più potente per combatterla”, aggiunge.
Dottor Tundo ci spiega cosa è l’influenza?
“L’influenza è un’infezione molto comune e nel periodo della sua massima diffusione, autunno/inverno, è veramente difficile riuscire a evitarla.
L’errore fondamentale è considerare che l’influenza sia una malattia di poco conto. Solitamente viene pensata come una malattia banale, perché la maggior parte dei pazienti guarisce senza rischi. Ma ci si dimentica invece che in soggetti più fragili il virus può determinare conseguenze anche molto gravi: dalle polmoniti, agli accidenti cardiovascolari, passando per i ricoveri ospedalieri.
Il tutto si traduce poi in uno scadimento delle condizioni cliniche generali, con un’evoluzione che talora può essere addirittura fatale.
Basti pensare che in Italia, nella scorsa stagione invernale, ci sono stati più di 800 casi gravi che hanno richiesto il ricovero in terapia intensiva o subintensiva e di questi 8 erano donne in stato di gravidanza, 20 erano i bambini con meno di 5 anni e 8 i bimbi fra i 5 e i 14 anni.
Ma soprattutto voglio ricordare che ci sono stati 198 decessi, di cui 2 erano donne gravide. Sono circa 200 in tutto le persone morte nel nostro Paese per influenza”.
Quali sono i soggetti più colpiti dal virus influenzale?
“In generale, è ormai ben noto come l’influenza colpisca maggiormente le età pediatriche.
I bambini rappresentano di fatto i principali untori del virus ed espongono a rischio i nonni o altri familiari ‘fragili’. Vale a dire soggetti con diabete, tumori, malattie cardiovascolari, patologie respiratorie croniche, malattie infiammatorie croniche, condizioni di immunodeficienza, insufficienza renale, obesità.
È proprio in questi soggetti che l’infezione ha esiti peggiori e può avere un decorso grave o addirittura fatale”.
Ma come si previene l’influenza?
“Per evitare il contatto con il virus influenzale è necessario prendere delle precauzioni generali:
1)Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo aver tossito o starnutito o dopo aver frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici.
2)Evitare di toccare occhi, naso e bocca con mani non lavate;
3)Coprire naso e bocca con un fazzoletto di carta quando si tossisce o si sternutisce, avendo cura ovviamente di gettare immediatamente il fazzoletto;
4)Rimanere a casa se malati, evitare luoghi affollati, aerare bene le stanze dove si soggiorna”.
Qual è la migliore forma di prevenzione?
“Il vaccino è l’arma più potente per combattere l’infezione, sia a livello personale che sociale: quante più persone si vaccinano, tanto meno il virus circola in quella comunità.
Oggi la medicina è anche prevenzione.
Ritengo che un medico che scientemente decide di non vaccinare i propri assistiti rappresenta una sconfitta per la scienza e per la società, oltre ovviamente a determinare un danno ai soggetti che si rivolgono alle sue cure”.
Chi si può vaccinare?
“Si possono vaccinare anche soggetti sani. La vaccinazione è estremamente consigliata ai donatori di sangue, allo scopo di non ridurre la disponibilità alla donazione di queste persone nel periodo invernale, così come agli addetti a servizi pubblici di primario interesse quali forze di polizia, vigili del fuoco, operatori sanitari, ecc.
Si consideri infine che in Italia il vaccino antinfluenzale è offerto gratuitamente, come del resto tutti i vaccini obbligatori, anche a chi è residente fuori regione”.
Si possono vaccinare anche i neonati e le donne in gravidanza?
“I bambini possono essere vaccinati solo dopo i primi 6 mesi di vita, mentre le gestanti devono essere assolutamente vaccinate.
Durante la fase di gravidanza le donne, anche se godono di perfetta buona salute, sono esposte a maggior rischio di complicanze, in caso di influenza, che mettono in serio repentaglio sia la vita della mamma che quella del nascituro.
Una donna in dolce attesa ha infatti un rischio tre volte maggiore di contrarre una grave infezione respiratoria, che diventa 10 volte superiore se di base è anche asmatica.
Ricordo che nella scorsa stagione sono decedute due donne in gravidanza.
Ma in caso di influenza grave la possibilità di morte fetale o di parto prematuro aumenta da due a quattro volte, mentre il rischio di basso peso alla nascita è circa due volte più alto.
C’è da dire inoltre che l’immunizzazione della madre rappresenta l’unica arma per proteggere il neonato ed il lattante sino a 6 mesi di età, quando il piccolo potrà a sua volta essere sottoposto a vaccinazione.
Per tutti questi motivi la vaccinazione in gravidanza rappresenta una priorità, anche perché, ricordiamolo, è assolutamente sicura per il feto ed è completamente gratuita”.
Gli individui vaccinati possono contrarre l’influenza?
“Bisogna partire dal presupposto che la diagnosi di influenza non è facile, i sintomi simili potrebbero essere correlati ad un’infezione con virus respiratori differenti.
Inoltre, sono necessarie circa due settimane dall’iniezione per sviluppare gli anticorpi protettivi e può succedere quindi di contrarre il virus dell’influenza prima che la vaccinazione abbia avuto pieno effetto. È questo il motivo per cui il ricorso al vaccino è consigliato già a novembre/dicembre, prima che la malattia raggiunga la sua massima diffusione.
Ancora, è da segnalare come il virus dell’influenza sia estremamente mutevole e quindi la risposta immunitaria indotta dal vaccino potrebbe essere meno efficace contro un virus che nel frattempo si è modificato. Oppure, possono essere deficitarie le capacità immunitarie di un determinato soggetto.
In altre parole, la vaccinazione non funziona nel 100% dei casi, ma è ampiamente dimostrato come attenui l’infezione nel caso venga contratta e ne prevenga tutte le complicanze gravi. Riduce nettamente il rischio di ricovero ospedaliero, diminuisce la frequenza di polmoniti o di eventi cardiaci in soggetti cardiopatici, abbassa il rischio di morte”.
Quali sono i rischi o gli eventuali effetti collaterali del vaccino?
“Il vaccino è a tutti gli effetti un farmaco e, come per ogni farmaco, bisogna quindi considerare i rischi e i benefici. Cosa che in realtà non sempre facciamo quando apriamo l’armadietto del nostro bagno per assumere un antibiotico o un analgesico, pur senza alcuna prescrizione medica. L’esperienza accumulata in milioni di persone nel corso degli anni ci porta oggi a dire che gli effetti collaterali del vaccino antinfluenzale sono modestissimi e, se presenti, di brevissima durata.
Solitamente si tratta di transitorio dolore, rossore o gonfiore in sede di iniezione. Molto più rari sono invece altri disturbi come malessere generale, febbricola, dolori muscolari o cefalea.
Sono tutti sintomi che richiedono al massimo un trattamento sintomatico (per esempio con il Paracetamolo) e che comunque sono molto meno gravi dell’influenza vera e propria”.
Parlando di disinformazione, spesso si leggono in rete informazioni contrastanti. Cosa dice a proposito?
“L’AIFA (Azienda Italiana del Farmaco) ha voluto mettere in guardia i cittadini sulle tante ‘fake news’.
Purtroppo oggi in medicina è sempre più frequente rivolgersi a ‘Mister Google’ per cercare le informazioni di cui si ha bisogno. Questo è ancora più vero quando si parla di vaccini.
Ma è davvero inaudito a mio parere affidare la salute dei propri cari, tanto più se bambini a qualcuno che diffonde notizie false in rete. Informazioni che – per esempio – non hanno assolutamente nulla di scientifico.
Ben vengano allora gli sforzi di giornalisti come lei che cercano di riportare un po’ di chiarezza e verità”.