Edema cerebrale, dai sintomi alle cause. Quando il rischio è letale

Cefalea, sonnolenza e vomiti. Sono soltanto alcuni dei campanelli d’allarme che ci avvisano della possibile presenza di un edema nel nostro cervello. “Per edema cerebrale si intende una condizione patologica caratterizzata da un aumento del volume cerebrale (‘gonfiore’) determinato dall’incremento dei liquidi intra o extra cellulari”.
Lo fa sapere in un’intervista a Fortesano.it Lorenzo Pinessi, medico specialista neurologo e psichiatra, primario Emerito di Neurologia della Città della Salute e della Scienza di Torino.
Ma quanto l’edema cerebrale è pericoloso a tal punto da causare la morte? L’esperto ci aiuta a capire quali sono le cause, i sintomi e le principali cure.
Dottor Pinessi, cosa è l’edema cerebrale?
“È l’espressione di un’alterazione macroscopica aspecifica (‘sofferenza’) del tessuto nervoso encefalico.
È presente, in forma più o meno grave e talora gravissima, nel corso di svariate patologie cerebrali: nei processi occupanti spazio (tumori, ematomi), nelle encefalopatie (traumatiche, anossiche e ischemiche, dismetaboliche e tossiche), nello stroke o ictus e nelle infezioni (meningiti, encefaliti, ascesso cerebrale)”.
Quanti tipi di edema cerebrale esistono?
“L’edema cerebrale può essere di tre tipi:
1)Edema extracellulare o vasogenico. Si ha a seguito di lesione delle cellule dell’endotelio vasale con danno della barriera ematoencefalica (BEE) e conseguente aumento della permeabilità dei capillari ai vari costituenti plasmatici (proteine, elettroliti e acqua).
Qusta è la forma più comune che si osserva nella pratica clinica. È principalmente localizzato nella sostanza bianca cerebrale.
2)L’edema cellulare o citotossico. Consegue a deficit del metabolismo ossidativo intracellulare con accumulo intracellulare di ioni sodio e passaggio di acqua dagli spazi extra a quelli intracellulari.
Ne deriva un rigonfiamento degli elementi cellulari cerebrali (neuroni, cellule gliali). Si tratta di una precoce espressione del danno ischemico-anossico del cervello. È presente diffuso sia nella sostanza grigia che in quella bianca.
3)L’edema interstiziale o idrocefalico, è quello determinato dall’incremento del contenuto di acqua del cervello per infiltrazione della stessa nella sostanza bianca che circonda i ventricoli cerebrali (periventricolare).
Consegue ad aumento della pressione liquorale”.
Quali sono i sintomi dell’edema cerebrale?
“I sintomi ed i segni clinici dell’ipertensione endocranica variano secondo l’eziologia. I sintomi comuni sono:
– La cefalea: rappresenta l’esordio clinico e peggiora con il cambiamento della posizione del capo, con la tosse e gli sforzi fisici. Questa è progressivamente ingravescente e risponde solo alla terapia antiedemigena, mannitolo e desametazone.
– Il vomito, specie al mattino con insorgenza improvvisa a getto (cioè non preceduto da nausea). È maggiormente frequente nei tumori della fossa cranica posteriore.
– L’alterazioni dello stato mentale con sonnolenza, apatia, obnubilamento e progressivo torpore con possibile evoluzione nefasta.
– L’ipertensione arteriosa e bradicardia.
– Il papilledema. Questo è segno comune di ipertensione endocranica a prescindere dall’eziologia. Si rileva con l’esame oftalmoscopico del fondo oculare”.
Quali sono i rischi?
“L’edema cerebrale può esitare in ipertensione endocranica con quadri clinici di diversa gravità.
Tale ipertensione esercita effetti deleteri sul cervello compromettendo la normale perfusione cerebrale o determinando gravi erniazioni di tessuto cerebrale (incuneamenti).
Una temibile complicanza dell’ipertensione endocranica è rappresentata dalle ernie cerebrali che consistono in erniazioni (incuneamenti) di parti dell’encefalo. Queste possono portare a morte”.
Come si cura l’edema cerebrale?
“Le terapie a nostra disposizione variano a seconda dei casi clinici.
Esistono dei farmaci antiedema, come il mannitolo, il glicerolo e il desametazone.
Poi ci sono gli interventi neurochirurgici di derivazione liquorale e di decompressione”.