Tiroide, cosa succede al corpo quando c’è una disfunzione

Battito cardiaco accelerato, tremori, dimagrimento. Sono solo alcuni dei segnali che indicano una disfunzione tiroidea.
I sintomi sono diversi e possono infulenzare molti aspetti dell’organismo. “Spesso il malfunzionamento della tiroide può avere una ricaduta significativa sul cuore e sul sistema circolatorio e portare anche a eventi importanti”. Lo afferma in un’intervista a Fortesano.it Renato Masala, specialista endocrinologo e docente universitario alla Sapienza, sede di Latina. “La tiroide rilascia degli ormoni nel corpo che servono a regolare una serie di funzioni”.
Professore cosa è la tiroide?
“La tiroide è una ghiandola situata nella zona anteriore del collo e ha il compito di produrre ormoni.
Questi, a loro volta, sono delle sostanze che vengono liberate nel sangue. Raggiungono diversi settori dell’organismo e servono a regolare tutta una serie di funzioni.
Nel caso della tiroide è importante che questa produca la quantità corretta di ormoni. Quelli che servono non più ne meno.
Questo è l’aspetto fondamentale del lavoro della tiroide”.
A cosa servono questi ormoni?
“Regolano una molteplicità di funzioni.
In età giovanile o adolescenziale tengono sotto controllo molti processi dell’accrescimento.
In età adulta – invece – intervengono nella regolarizzazione del metabolismo, del lavoro muscolare, nella produzione di energia, nell’attività cardiaca, in quella intestinale ecc”.
Quali sono i segnali che ci avvisano del malfunzionalmento della tiroide?
“Ci si accorge di una disfunzione della tiroide quando la produzione ormonale non è più regolare.
I segnali del malfunzionamento sono un’interferenza, ovviamente negativa, su tutte le funzioni citate in precedenza.
Dal punto di vista grossolano, un soggetto che ha un eccesso di ormoni della tiroide (ipertiroidismo) facilmente presenta un battito cardiaco accelerato. Presenta eccitazione del sistema nervoso, presenta tremori. Ha una aumentata produzione di energia, e quindi un consumo di energia e di calore. C’è un dimagrimento, ci sono dei nervosismi, insonnia.
Viceversa, una ridotta produzione ormonale (ipotiroidismo), soprattutto se questa è significativa, c’è un rallentamento delle varie funzioni dell’organismo e quindi si verifica una situazione opposta a quella descritta sopra.
Il battito cardiaco rallenta, si tende ad accumulare il grasso corporeo, la funzione cerebrale declina, c’è sonnolenza, rallentamento cognitivo, debolezza muscolare, sensazione di freddo. E via dicendo”.
Cosa determina un malfunzionamento della tiroide?
“Ci sono molteplici possibilità e interpetazioni.
La più frequente forse è la malattia infiammatoria autoimmune della tiroide. In cui un cattivo funzionamento, una regolazione inefficace del sistema immunitario, del sistema di difesa dell’organismo, produce delle sostanze, degli anticorpi che vanno a interagire con la tiroide. E che di volta in volta, di soggetto in soggetto, possono determinare o un’aumentata produzione di ormoni, o viceversa, un blocco della produzione degli ormoni. Dando così il via a questo tipo di situazioni.
Meno frequentemente questa situazione è legata alla presenza di noduli che funzionano in maniera sregolata rispetto a un controllo della tiroide e possono condurre a una produzione non corretta degli ormoni della ghiandola”.
Quali sono le conseguenze più drastiche?
“In prima battuta quelle sul sistema cardiocircolatorio che sono quelle più evidenti. Nelle forme soprattutto di ipertiroidismo e ipotiroidismo non corrette, cioè una ricaduta significativa sul cuore e sul sistema circolatorio che può portare anche ad eventi importanti”.
Per esempio?
“Le alterazioni più impattanti sono quelle della frequenza del ritmo cardiaco, con la possibilità di instaurarsi una fibrillazione atriale (la più comune forma di aritmia cardica)”.
Come si cura la disfunzione della tiroide?
“Per fortuna le disfunzioni della tiroide in genere si trattano farmalogicamente in maniera abbastanza semplice. Anche i risultati sono estremamente positivi, sia dal punto di vista del curante che da quello del paziente.
In presenza di un ipertiroidismo, di solito il trattamento di prima scelta è la terapia farmacologica. Questa tende a bloccare l’eccessiva produzione di ormoni tiroidei.
Possibili alternative sono la somministrazione di oli radioattivi, tramite la terapia radio metabolica. Si può dire, in maniera volgare, che tende a ‘bruciare’ la tiroide e a ridurne il suo eccessivo funzionamento.
Infine c’è la terapia chirurgica che prevede l’asportazione parziale o totale della ghiandola.
In presenza, invece, di un ipotiroidismo, quindi con carenza di ormoni, si somministra al paziente la copia identica degli ormoni prodotti dalla tiroide umana, in maniera da compensare il deficit ormonale che si è creato nel frattempo”.
Una persona che ha subito l’esportazione della tiroide può vivere come un’altra?
“Una persona che ha subito l’asportazione della tiroide può condurre una vita normale, normalizzando i livelli di ormoni con la terapia”.