Sindrome metabolica, spunta un nuovo trattamento. Ecco i segnali da riconoscere

È stato scoperto un nuovo metodo per trattare la sindrome metabolica.
Secondo i risultati di uno studio, condotto dai ricercatori del centro Cosbi e del Dipartimento Cibio dell’Università di Trento pubblicato su Nature Communications, la malattia potrebbe essere curata con un farmaco già in commercio.
Si tratta dell’Ibrutinib, utilizzato per il trattamento di altre patologie.
La sindrome metabolica colpisce oltre il 35 per cento degli ultracinquantenni nei Paesi occidentali e comporta “un’aggregazione di alterazioni metaboliche che tendono a svilupparsi insieme in alcune persone predisposte e che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari, ma anche renali, epatiche e tumorali”.
Lo spiega in un’intervista a Fortesano.it Luca Valenti, medico internista e professore associato di Medicina Interna, all’Università degli Studi di Milano.
Professor Valenti, come si fa a riconoscere la sindrome metabolica?
“La prima manifestazione è generalmente legata all’aumento di peso, di solito sotto forma di tessuto adiposo localizzato nell’addome.
Questo può essere facilmente stimato misurando la circonferenza addominale (che dovrebbe essere inferiore a 102 cm nell’uomo e a 88 cm nella donna).
Seguono le alterazioni dei lipidi (‘grassi’) nel sangue, con riduzione del colesterolo HDL (‘buono’ <55/45 mg/dl F/M) e poi dei trigliceridi (>150 mg/dl).
Si accompagna frequentemente l’aumento della pressione arteriosa e successivamente della glicemia, fino allo sviluppo di diabete”.
Quali sono le cause?
“Le cause sono rappresentate dallo stile di vita ‘occidentale’ e dalla predisposizione ereditaria.
Principalmente un eccessivo introito di calorie nell’alimentazione, in particolare di cibi preconfezionati arricchiti con fruttosio, grassi saturi e con eccessivo contenuto di sodio, associati a mancante o insufficiente attività fisica”.
Quali sono i soggetti più esposti?
“I soggetti più esposti sono gli obesi e con familiarità per diabete e malattie cardiovascolari”.
Come si cura?
“L’approccio più efficace è rappresentato dalla miglioramento dello stile di vita, in particolare della quantità e dalla qualità dell’alimentazione.
È bene privilegiare cibi freschi ed uno stile alimentare ‘mediterraneo’, evitando ‘junk food’ e bibite zuccherate (compresi i succhi di frutta) e con aumento graduale dell’attività fisica quando non controindicato da altri problemi.
In particolare è consigliato optare per verdure fresche, per pesce e legumi al posto della carne – preferibilmente bianca – e per i cerali integrali. Occorre inoltre limitare uova, dolci e zuccheri semplici, eccetto che per frutta fresca.
Nelle fasi iniziali la correzione del sovrappeso porta a una completa normalizzazione del quadro.
Come detto in precedenza è importante fare attività fisica, almeno 10mila passi al giorno, e quando non controindicato l’ideale sarebbe un’attività fisica intensa per almeno 30 minuti, 3 volte a settimana.
Nelle persone gravemente obese la chirurgia ‘metabolica’ è molto efficace nel ridurre il peso e migliore il quadro.
Quando le alterazione del colesterolo circolante, della pressione e della glicemia persistono, è possibile la loro correzione mediante approcci farmacologici sotto supervisione medica. Si riduce così il rischio di andare incontro a malattie cardiometaboliche, renali ed epatiche”.
Quali sono i rischi?
“Principalmente l’aumento del rischio di infarto, ictus, diabete e le sue complicazioni, malattie renali ed epatiche ed alcuni tipi di tumori”.