Malattie delle valvole cardiache, per molti sconosciute: quello che bisogna sapere

Sono circa un milione gli italiani che soffrono di problemi alle valvole cardiache.
Sarebbe soltanto il 5% della popolazione anziana ad esserne a conoscenza, su quasi 13mila persone campionate. Quindi le malattie delle valvole del cuore sono sconosciute per il restante 95 per cento degli over 60.
È quanto emerso da un’indagine internazionale commissionata all’istituto di ricerca anglosassone Opinion Matters.
Secondo l’agenzia Ansa la malattia alle valvole del cuore arriva all’attenzione del grande pubblico solo quando colpisce personaggi famosi, come è stato per Silvio Berlusconi o per Mick Jagger.
Questo scarso interesse per gli esperti comporta un dato molto preoccupante. Infatti le malattie delle valvole cardiache, se non si interviene, possono causare diverse gravi conseguenze, tra cui la morte di chi ne è affetto. “I rischi sono diversi, dalle infezioni all’embolia, fino alla morte”, spiega in un’intervista a Fortesano.it il cardiologo Antonio Bastone.
Dottore può spiegarci cosa sono le malattie delle valvole del cuore?
“Si chiamano valvolopatie, sono le patologie che riguardano le 4 valvole cardiache. La mitrale, tricuspide, aortica e polmonare.
Le malattie possono essere di origine congenita, presenti già nell’embrione quindi esistono fin dalla nascita, oppure acquisite durante il corso della vita, in età infantile, giovanile o età adulta e geriatrica, anziana.
Da cosa sono causate le malattie acquisite?
“Sono causate da patologie reumatiche o infettive.
Significa che l’individuo nasce perfettamente sano – a livello cardiaco – e dopo, purtroppo, contrae una malattia che può essere di origine reumatica, infettiva, degenerativa oppure ischemica, cioè con l’improvvisa ostruzione del circolo coronarico.
Le patologie degenerative colpiscono per esempio la valvola aortica, quella che congiunge l’apice del ventricolo sinistro con la radice dell’arteria aorta. E, sono dovute a un lento processo di degenerazione del tessuto valvolare che in genere si restringe e ostruisce la valvola.
Tra le altre cause la malattia reumatica. Questa è legata a infezione da tonsillite da streptococco, che è un batterio.
Attualmente in Italia è la patologia è quasi sparita, però, in passato quando non si usavano gli antibiotici era molto diffusa. È ancora frequente in alcuni Paesi del Terzo Mondo.
All’epoca poteva succedere che alcuni bambini che avevano avuto la tonsillite da streptococco, dopo qualche tempo, sviluppavano anche una malattia reumatica. Una forma di infiammazione particolare che colpiva la nitrale e la valvola aortica.
Questa lasciava poi i segni di insufficienza aortica e mitralica per tutta la vita.
La valvolopatia può essere causata anche da un infarto miocardico.
L’infarto ( che colpisce prevalentemente il ventricolo sinistro) può causare il prolasso della valvola mitrale e quindi il muscolo cardiaco si ferma”.
Perchè queste valvole sono così importanti?
“La valvola aortica, per esempio, è una delle più importanti del nostro organismo.
L’aorta è l’arteria più grande che abbiamo dalla quale si diramano tutte le altre che vanno dal cervello fino al tronco, agli arti inferiori, all’intestino e all’addome.
Da lì parte tutto il sangue artesioso, ricco di ossigeno e povero di anidride carbonica. Questo viene distribuito poi su tutto il corpo”.
Quali sono i rischi di chi ne è affetto?
“Quando l’infezione colpisce il tessuto valvolare, o quello interno del cuore, purtroppo la valvola cambia la struttura, diventa insufficiente e si formano delle vegetazioni (lesioni causate dall’ingresso di batteri nel cuore ndr.).
Significa che la valvola non regge più e diventa incontinente, invece di chiudersi durante la sistole – fase di contrazione del muscolo cardiaco – rimane mezzo aperta.
In questo caso il sangue invece di andare nell’aorta ritorna indietro nell’atrio di sinistra e il polmone si riempie di sangue, nel momento della sistole.
Quando non si interviene chirurgicamente per sistemare la valvola c’è il rischio che si formi un edema polmonare, gli alveoli invece che contenere aria conterranno siero. La conseguenza più drastica è la morte del paziente.
Un’altra conseguenza è l’embolia settica. In questo caso ci sono dei germi che rimangono nei margini della valvola, che possono andare in giro per tutto l’organismo. Il rischio è la formazione di veri e propri trombi.
L’altro rischio è la formazione di insufficienza cardiaca subacuta.
Queste malattie infettive, possono portare infezioni di altro tipo nell’organismo. I germi possono localizzarsi anche sul fegato.
In che modo si deve intervenire?
“Si interviene chirurgicamente o a livello endoscopico.
Oggi queste valvole si correggono anche tramite un intervento endocavitario quindi con dei cateteri speciali, senza aprire il torace”.
Le malattie delle valvole del cuore si possono prevenire?
“Certo. Per quanto riguarda l’infarto miocardico, la prevenzione è la stessa dell’infarto miocardico.
Bisogna quindi correggere tutti i fattori di rischio: evitare il fumo, l’aumento del colesterolo e dei trigliceridi, l’aumento della pressione, lo stress.
Per le valvolopatie su base infettiva, invece, la prevenzione viene fatta per via antibiotica mirata, appropriata e immediata.
Purtroppo le malattie degenerative non si possono prevenire perché si tratta di un fenomeno lunghissimo degenerativo inevitabile.
L’unica prevenzione consiste nel fare dei controlli ecografici a distanza nelle persone anziane. Però la malattia degenerativa fa proprio parte dell’invecchiamento del tessuto endocardico.
Per cui oggi come oggi non si può prevenire. Si può soltanto intervenire a posteriori con gli interventi sopracitati”.