Attacchi di panico: paura, confusione e tachicardia. Quando è il corpo che parla

Hai mai sentito parlare di attacchi di panico? Si tratta di episodi improvvisi in cui si manifesta una forte emozione negativa di paura o ansia in assenza di un pericolo reale.
Il disagio genera un desiderio di fuggire dal luogo in cui si sta verificando.
E, a volte la persona che ne è colpita sente vergogna nei confronti degli altri perché teme che l’attacco di panico possa dare un’immagine di sé debole.
Non bisogna allarmarsi, secondo gli esperti le manifestazioni di questo tipo raggiungono l’apice in fretta e dovrebbero durare meno di 10 minuti.
La buona notizia è che “l’attacco di panico si può curare”, lo assicura Maria Cristina Colistro, dottoressa esperta in psicologia e psicoterapia. “Il corpo ha una memoria disfunzionale, bisogna lavorare su questo fattore”.
Dottoressa perché si manifestano gli attacchi di panico?
“Durante l’attacco di panico è il corpo che parla.
Nel momento in cui non abbiamo accesso alle emozioni, non ci consentiamo di sentirle ed esprimerle a livello e nel modo in cui avrebbero bisogno di essere espresse, il corpo le manifesta con una reazione di paura.
L’attacco di panico è una reazione fisiologica di paura: il corpo, che ha memoria proprio come il pensiero, reagisce ad uno stimolo che codifica come spaventoso perché quello stimolo come tale è ricordato. Questo accade anche quando l’informazione di cui sopra non è pericolosa di per sé ma associata a qualcosa di spaventoso avvenuto nel passato che non è stato elaborato ed è quindi percepito ancora come tale nel presente.
Possiamo dire che l’attacco di panico è causato da una disfunzione della memoria emotiva, i cui sintomi si esprimono fisicamente.
L’attacco di panico può anche essere uno dei sintomi del quadro clinico più complesso del disturbo da stress post traumatico”.
Come si presenta l’attacco di panico?
“Si presenta con le più frequenti reazioni di paura del corpo. Tachicardia, sudorazione, sensazione di essere molto piccoli o al contrario molto grandi. Freezing, ci si sente immobilizati o con il cuore in gola. Si può avere anche una sensazione di anestesia alla lingua e alla bocca.
Si ha la sensazione di avere un infarto e spesso ci si spaventa per questo.
L’attacco di panico può essere associato a nausea e svenimento, nei casi più impressionanti.
Un esempio può essere un incidente in macchina: se l’evento traumatico non viene elaborato, a distanza di tempo, magari quando si torna a guidare, o anche solo quando riceve uno stimolo esterno che ricorda l’incidente (un rumore, una luce…), il corpo può reagire esprimendo paura ad esempio con un attacco di panico. Quella paura alla quale la persona non accede consapevolmente perché è bloccata dal trauma”.
Si può curare?
“Sì, si può curare.
Abbiamo detto che rappresenta una reazione a qualcosa che il corpo percepisce come pericoloso anche quando non c’è niente di realmente pericoloso, dunque si tratta di una reazione disfunzionale.
È necessario occuparsi di elaborare le emozioni connesse a quella determinata informazione che si ricorda come pericolosa, la conseguenza sarà la riduzione dei sintomi connessi con quella memoria disfunzionale, come l’attacco di panico.
Terapie psicologiche indicate sono quelle focalizzate sul trauma, come l’EMDR“.