Una dieta ricca di sale fa male al cervello. Ecco quando è troppo

L’eccesso di sale causa danni al cervello. È quanto emerso da uno studio di un team della Weill Cornell Medicine di New York pubblicato sulla rivista scientifica Nature.
Ma quando una dieta può essere considerata ad alto contenuto di sale? “La maggior parte dell’eccesso di sale è contenuto nei cibi conservati come snacks, scatolame e cibi precotti”, spiega Costantino Iadecola, il neuroscienziato italiano responsabile dello studio.
L’equipe di Iacdecola, ha dimostrato come il mangiare cibi troppo salati sia collegato a un aumento di declino cognitivo nei topi. I risultati della ricerca dimostrano che l’eccesso di sale favorisca l’insorgere di malattie neurodegenerative come demenza e Alzheimer.
Dottor Iadecola, in che modo e perché è stato condotto il vostro studio?
“Studi epidemiologici hanno dimostrato che il consumo alimentare di sale è associato ad un aumento di ictus cerebrali e demenze.
Prima si pensava che queste malattie fossero dovute all’ipertensione arteriosa, che è associata anche al consumo di sale. Successivamente però si è osservato che l’assunzione di sodio è dannoso per cervello anche senza tenere conto dell’ipertensione.
Il nostro studio si è ispirato a questi dati per cercare di capire come il sale danneggia il cervello.
La ricerca è stata condotta su dei topi a cui è stato somministrato del cibo salato.
È stato dimostrato che dopo due mesi gli animali non erano più in grado di distinguere tra un oggetto familiare e uno mai visto. Non erano più capaci di costruire un nido oppure di uscire da un labirinto.
Questi test indicano un deterioramento delle funzioni cognitive come si verifica nelle demenze dell’uomo”.
Quando possiamo dire che in una dieta c’è un eccesso di sale?
“Il contenuto raccomandato è intorno a 4 grammi al giorno.
La maggior parte dell’eccesso di sale è contenuto nei cibi conservati come snacks, scatolame e cibi precotti.
Una dieta fatta di ingredienti naturali preparati in casa è – per definizione – a basso contenuto di sale, perché la quantità di sale in cibi naturali (verdura, frutta, carne, ecc.) è molto bassa”.
Significa che bisogna rinunciare ai cibi saporiti?
“Più che altro significa evitare cibi processati e ricchi di conservanti, mangiare spesso al ristorante o nei fast food e non esagerare con l’aggiunta di sale nei pasti fatti in casa.
Infatti, bisogna precisare che anche la mancanza di sale è dannosa.
Ci sono condizioni particolari, per esempio persone affette da malattie renali o soggetti con sudorazione eccessiva, che hanno bisogno di una quantità di sale superiore a quella normale.
Questo significa che il sale non è dannoso a priori. Ma è l’eccesso, il consumo al di sopra dei valori fisiologici, che lo è”.
Seguendo una dieta troppo ‘saporita’ cosa si rischia?
“L’eccesso di sale è legato a malattie cardiovascolari infarto cardiaco, aterosclerosi, ipertensione, osteoporosi, cancro allo stomaco, malattie renali, ictus e demenza.
Però bisogna ricordare che anche la mancanza di sale può essere dannosa all’organismo.
Per cui anche eliminare completamente il sale dalla dieta può anche essere dannoso”.
Cosa significa che “il deterioramento cognitivo causato dall’eccesso di sale è stato invertito nei topi, ripristinando la produzione di ossido nitrico”?
“Il disturbo cognitivo nei topi causato dal sale è stato prevenuto da un aminoacido che ripristina la produzione di ossido nitrico.
La causa del disturbo cognitivo è un difetto della produzione dell’ossido nitrico da parte di cellule che rivestono l’interno dei vasi sanguigni chiamate cellule endoteliali.
Abbiamo scoperto che la mancanza di ossido nitrico (proveniente dalle cellule endoteliali) causata dal sale porta alla demenza nei topi tramite l’accumulo della proteina tau che causa la malattia di Alzheimer, la forma più comune di demenza.
La prevenzione del deficit di ossido nitrico blocca l’accumulo di tau e quindi la demenza”.
Quali saranno i prossimi passi del vostro team?
“I nostri dati riguardano gli effetti sui topi, per cui è importante verificare se anche sull’uomo ci siano gli stessi effetti.
È possibile monitorare l’accumulo di tau nell’uomo tramite uno scan del cervello e correlarlo con il consumo di sale nella dieta”.