Depressione, i segnali da riconoscere. Come curarla senza l’uso di psicofarmaci

In Italia la depressione colpisce circa 3 milioni di persone. L’incidenza è in aumento e il tasso di mortalità legato a forme gravi di depressione è del 15 per cento.
È quanto attestano i dati diffusi nel corso del congresso “Depressione sfida del secolo, verso un piano nazionale per la gestione della malattia”, che si è tenuto a Milano nei giorni scorsi, in occasione della Giornata Mondiale della Salute mentale.
Secondo le statistiche un paziente su tre – tra chi soffre di disturbo dell’umore – tenta il suicidio almeno una volta nella vita. Nel mondo sono circa 800.000, invece, le persone che ogni anno muoiono per suicidio. Questo è ritenuto la seconda principale causa di morte tra i 15 e i 29 anni.
Spesso quello che porta una persona a togliersi la vita è un disturbo psicologico forte. “Ma non significa che la depressione sia una condizione che porti obbligatoriamente al suicidio”, spiega in un’intervista a Fortesano.it Maria Cristina Colistro, dottoressa esperta in psicologia e psicoterapia.
Ciononostante, dal punto di vista della prevenzione in psicologia è complesso prevenire conseguenze drastiche. Tuttavia, la dottoressa assicura che oggi – rispetto al passato – è molto più semplice ricorrere in maniera più celere a psicoterapie efficaci.
Ma si può curare la depressione senza ricorrere all’uso di medicinali? “Sì certo”, afferma Colistro. “La psicoterapia ha fatto passi da gigante, esistono terapie focalizzate su alcuni aspetti emotivi molto efficaci”.
Suicidio, dal punto di vista psicologico ci sono delle cause più comuni?
“Direi di no. Dipende dal vissuto personale di ciascuno, dalla sua condizione emotiva, psicologica, dai momenti di vita. Non ci sono assolutamente cause comuni, se con questo ci si riferisce a situazioni di vita”.
Cosa è la depressione?
“Dal punto di vista clinico è un disturbo psicopatologicologico che si manifesta con una serie di sintomi. Questi a volte sono ben riconoscibili, altre volte però no.
La depressione rappresenta una chiusura dentro se stessi le cui manifestazioni comportamentali sono anch’esse di ripiegamento su se stessi”.
Quali sono i sintomi?
“Di solito la persona si chiude e si isola dalle relazioni personali e sociali, dal mondo del lavoro, tende a cercare situazioni che giudica sicure e protette, di solito il più possibile lontane appunto dal mondo relazionale e il tono dell’umore appare particolarmente basso.
Non sempre però i sintomi sono così chiari: esistono reazioni ‘sotto soglia’ che si manifestano in maniera diversa.
Come per esempio la difficoltà a stabilire relazioni emotive, anche in assenza di significative variazioni del tono dell’umore, può essere il caso ad esempio di chi passa da una relazione all’altra: è una dinamica che può nascondere tratti depressivi”.
È possibile curare disturbi depressivi senza ricorrere all’uso di farmaci?
“Assolutamente sì. Oggi la psicoterapia ha fatto dei passi da gigante.
Esistono terapie focalizzate, che sono molto più rapide rispetto a quelle tradizionali.
Si parte dal presupposto che la malattia non sia un ‘difetto’ della persona, ma il risultato dello ‘stratificarsi’ di ferite e vissuti emotivi disfunzionali ed esperienze traumatiche non elaborate, che corpo e mente esprimo attraverso i sintomi che identifichiamo come disturbo psicologico o psichiatrico.
A volte è necessario stabilizzare una persona con dei farmaci perché possa accedere ad un percorso di psicoterapia. Altre volte, invece, è possibile procedere direttamente con la psicoterapia”.
Quali sono le terapie più efficaci?
“Per esempio la psicoterapia EMDR. Nasce negli Usa per occuparsi degli aspetti emotivi dei reduci della guerra in Vietnam: in questi soggetti si notava un vero e proprio cambiamento di carattere, dell’attitudine sociale e personale.
Oggi la psicoterapia EMDR ha tantissime applicazioni, si basa sulla teoria della elaborazione adattiva dell’informazione. L’informazione disfunzionale viene rielaborata e il soggetto utilizza le proprie risorse per elaborare il vissuto traumatico.
È una terapia rapida ed efficace per diversi disturbi psicologici e la sua efficacia è stata comprovata da molti studi medici scientifici”.
Quale è secondo lei la migliore forma di prevenzione?
“Quello della prevenzione in psicologia è un argomento complesso. I disturbi possono essere tantissimi e le vicende di vita altrettanto.
Oggi abbiamo possiamo ricorrere in maniera più immediata a trattamenti efficaci, grazie alle psicoterapie moderne.
Il fatto che quando si avverte un disagio psicologico si possa ricorrere a un percorso di psicoterapia efficace, celere e focalizzato sul problema, può essere un vantaggio nell’ottica di incentivare le persone a ricorrervi prima che il disagio si trasformi in disturbo. Questo rappresenta di per sé una forma di prevenzione”.