Ipoacusia, dalla trasmissiva alla neurosensoriale: quando i danni all’udito sono permanenti

Avete mai sentito parlare di ipoacusia? La perdita parziale dell’udito. Secondo uno studio presentato in occasione del World Hearing Day 2018, in Italia sono circa 7 milioni le persone colpite da questo disturbo.
La situazione è allarmante, soprattutto perché spesso, se il calo uditivo non viene curato, le conseguenze possono essere drastiche.
Per esempio come quella di non riuscire più a svolgere nemmeno le attività quotidiane più semplici. Per questo secondo i dati raccolti dall’OMS l’ipoacusia – se trascurata – farebbe aumentare i casi di depressione e di demenza.
Secondo il sito di Humanitas la riduzione dell’udito colpisce un orecchio oppure entrambi. E, può determinare che i suoni risultino ovattati. Inoltre l’ipoacusia potrebbe creare problemi nel seguire discorsi in presenza di altri rumori di fondo.
“Esistono delle ipoacusie che possono creare danni permanenti all’udito”, spiega in un’intervista a Fortesano.it Marco Benazzo, professore ordinario di Otorinolaringoiatria all’Università degli Studi di Pavia. “Nei casi più gravi il paziente può essere sottoposto a interventi chirurgici con sostituzione dell’orecchio con uno artificiale”, spiega il dottore tra i migliori esperti delle patologie otorinolaringoiatriche in Italia.
Prof. Benazzo, come definisce l’ipoacusia?
“È la perdita dell’udito, usando un temine molto generico. Si divide in due categorie: ipoacusia trasmissiva e neurosensoriale.
Il primo tipo prevede qualche problema dell’onda sonora che passa attraverso la membrana timpanica. Gli ossicini che trasmettono poi il suono all’orecchio interno.
Le neurosensoriali sono invece le forme di ipoacusia più profonde. Una tipica è la presbiacusia, quella che in genere colpisce gli anziani. In questo caso si va incontro a una riduzione fisiologica dell’udito. I danni sono permanenti”.
Da cosa è causata?
“Le cause possono essere di vario genere.
L’orecchio è un organo complesso fatto di una parte esterna e di una interna e le patologie che lo interessano possono essere causa di ipoacusia.
Dal banale tappo di cerume alle disfunzioni più importanti e complesse legate a problematiche più interne e profonde.
L’ipoacusia trasmissiva è causata da una serie di patologie. Queste possono influenzare gli ossicini dell’orecchio. La problematica più frequente è la otosclerosi (crescita di tessuto osseo attorno alla staffa, piccolo osso contenuto all’interno dell’orecchio medio ndr.).
L’ipoacusia trasmissiva può essere causata anche da infiammazioni croniche dell’orecchio, esterno e interno.
Le ipocausie neurosensoriali sono più profonde e sono causate da un problema della parte interna dell’orecchio o del nervo acustico.
Ci sono anche ipoacusie legate a problematiche dell’orecchio interno, fino a quelle dovute a problemi vascolari”.
Come si cura la riduzione dell’udito?
“Le ipoacusie trasmissive possono essere corrette con interventi chirurgici. Per esempio con la riparazione della membrana timpanica in alcuni casi, si può ripristinare l’udito iniziale.
Le più difficili da curare sono le neurosensoriali. Il paziente può essere sottoposto a interventi chirurgici con sostituzione totale o parziale dell’orecchio che viene sostituito da uno artificiale.
Le forme più semplici invece possono essere risolte con le protesi acustiche. Quelle che si trovano nei negozi, oppure con impianti.
Le ipoacusie trasmissive possono essere corrette con interventi chirurgici.
In ogni caso, si fanno sempre una serie di esami che permettono di verificare di che tipo di ipoacusia si tratta e da cosa è stata causata”.