Gianfranco Aiello, l’odontoiatra dei vip e la sua filosofia della manutenzione dentale: «I miei pazienti non hanno bisogno del dentista»

Molti lo conoscono come il dentista dei vip, ha firmato il sorriso di Mario Balotelli, tra i suoi clienti più noti anche il rapper Emis Killa e alcuni calciatori del Milan.
Ma Gianfranco Aiello, specialista che si divide tra il suo studio di Salerno e quello di Milano, è molto più di questo.
Fa parte dei 70 massimi specialisti italiani di ogni branca della medicina e quello che lo distingue dagli altri odontoiatri è la sua filosofia: “I miei pazienti non hanno bisogno del dentista, io sono il loro medico e insegno tutte le procedure per stare bene e tornare quanto meno possibile nel mio studio”.
Aiello applica lo stesso principio per la pulizia dei denti. “Il temine prevenzione è molto generico, preferisco definirla manutenzione. Significa che qualcosa uno deve farla a casa”, spiega in un’intervista a Fortesano. it, rivelando i principi chiave per seguire una perfetta igiene orale.
Chi è Gianfranco Aiello – Ha fondato l’Accademia di Estetica Dentale Italiana e l’Istituto Odontoiatrico Italiano, di cui è anche presidente nazionale, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche e ha promosso nel corso degli anni diverse iniziative umanitarie e di solidarietà. Tra le tante “Donare un sorriso”, un progetto che si basa sull’offrire gratuitamente le cure dentali ai bambini provenienti da famiglie non abbienti, fino al compimento dei 18 anni d’età. “Anche i bambini poveri hanno diritto a una bocca sana”, dice. Aiello si è impegnato anche ad aiutare Paesi poveri come il Congo dal punto di vista sanitario, formando e inviando medici, fornendo autoambulanze e presidi sanitari.
È stato professore di odontoiatria estetica presso l’Università di Padova e anche presidente della Commissione Odontoiatrica dell’Ordine dei Medici di Salerno e responsabile del servizio medico di odontoiatria estetica dell’Ospedale S. Raffaele Resnati di Milano.
Professore, quale è il segreto per avere una perfetta igiene dentale?
“Quello che conta non è tanto lo spazzolino ma come lo si usa e l’alternanza con quotidiana con il filo interdentale. L’importante è passare lo spazzolino almeno due volte al giorno, e dopo mangiato, al massimo un minuto per volta, anche meno. La placca batterica si forma ogni 12-18 ore, quindi passarlo prima non servirebbe a nulla.
La cosa importante è il passaggio del filo che permette di detergerere la zona interdentale, dove lo spazzolino non arriva. Quindi il filo riesce in qualche modo a detergere la zona. Negli adulti il 95 per cento delle carie sono interdentali. E, anche la gran parte delle malattie delle gengive iniziano nelle zone interdentali.
Il passaggio del filo almeno una volta al giorno, due sarebbe meglio, equivale a una sorta di ‘vaccino’, anche se ovviamente non lo è, permette di eliminare la gran parte delle patologie dentali e gengivali”.
Ogni quanto va fatta la pulizia dallo specialista?
“La pulizia dentale va fatta almento ogni sei mesi. Tuttavia va seguita da una persona competente.
L’igiene dentale va calata sulle esigenze specifiche del paziente.
Ci sono pazienti che soffrono di malattia della gengiva e hanno bisogno di essere seguiti con controlli più ravvicinati, e devono seguire procedure particolari. Cosa che non succede ai giovani o a chi non ha questi problemi o agli individui che sono già ben addestrati nella manutenzione domiciliare, quindi sono bravi soprattutto nel passaggio del filo interdentale”.
Cosa bisogna fare dal punto di vista della prevenzione?
“Il temine prevenzione è molto generico, preferisco definirla manutenzione. Significa che qualcosa uno deve farla a casa. Basta seguire la regola del due: usare due cose, spazzolino e filo. Il tutto per due minuti. Due mattina e due la sera. Un minuto filo e uno lo spazzolino. Con questo sistema possiamo riuscire a ridurre il numero delle carie. Nei Paesi scandinavi c’è una carie ogni 3mila persone, grazie anche a queste tecniche, in Italia a volte abbiamo tremila carie per una persona, facendo un assurdo.
In Danimarca c’è un sistema di assistenza molto attento al paziente e al pubblico. E di insegnamento nella manutenzione. Si è arrivato a chiudere alcune università di odontoiatria perché non c’è lavoro.
Tutto il contrario di quello che accade in Italia. Ci sono troppe strutture organizzate in termini commerciali. E il commercio non va d’accordo con la medicina”.