Insonnia cronica: «Non dormire abbastanza può causare gravi problemi»

La notte ti giri e rigiri nel letto, cerchi la posizione giusta ma non serve a niente. Non riesci proprio a dormire. Il tempo passa. Quando finalmente prendi sonno basta un piccolo rumore per svegliarti e l’incubo ricomincia.
I dubbi “esistenziali”, anche i pensieri più stupidi ti affliggono e non riesci a spegnere il cervello.
E, la mattina sei costretto a trascinarti in giro con le occhiaie scavate come quelle di uno zombie perché anche questa volta hai fatto tardi, non sei riuscito a prendere sonno ad un orario decente.
“Quando i disturbi notturni e diurni sono presenti almeno 3 volte alla settimana da più di tre mesi si parla di insonnia cronica”, lo afferma il dottor Fabio Cirignotta, neurologo del Centro sonno alla Clinica Villalba di Bologna, che spiega in un’intervista a Fortesano.it, come affrontare questo problema, per tanti insopportabile.
Sono circa 9 milioni gli italiani che soffrono di insonnia. Secondo un sondaggio condotto qualche anno fa da l’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, oltre il 45 per cento della popolazione soffrirebbe di insonnia acuta o transitoria.
Si tratta di una problematica da non sottovalutare se diventa cronica, perché le ripercussioni sulle abitudini quotidiane possono essere molto incisive.
Secondo l’esperto qualche giorno di insonnia non preoccupa ma se il disturbo persiste nel tempo, per chi dorme meno di 5 ore a notte, questo può favorire aumento di peso, malattie cardiovascolari fino all’insorgenza di una depressione.
Cos’è l’insonnia ?
“L’insonnia è caratterizzata da una difficoltà di addormentamento (più di 30 minuti), da risvegli ripetuti nella notte e da un risveglio precoce nelle prime ore del mattino.
Questi sintomi possono essere isolati o variamente combinati fra loro e determinano una minore durata del sonno.
Per la diagnosi di insonnia, tuttavia, è necessario che il disturbo notturno si associ a sintomi diurni come stanchezza, scarsa concentrazione, disturbi della memoria, irritabilità, ansia e spunti depressivi, riduzione delle perfomances lavorative, talora sonnolenza.
Quando i disturbi notturni e diurni sono presenti almeno 3 volte alla settimana da più di tre mesi si parla di insonnia cronica”.
Difficoltà ad addormentarsi la notte, quali sono le cause?
“Le cause dell’insonnia cronica sono molteplici. Dalle patologie psichiatriche (depressione, ansia, psicosi), a quelle organiche (dolori, malattie polmonari, cardiopatie, ipertiroidismo ecc), passando per la sindrome delle gambe senza riposo o a quella delle apnee ostruttive nel sonno.
Molte insonnie croniche, inoltre, sono legate a fattori psicologici con un meccanismo definito ‘condizionante’. Significa che il sonno può inizialmente essere disturbato da un evento emotivo positivo (matrimonio, successo nel lavoro o negli studi) o negativo (lutto, licenziamento ecc). In questi casi dopo pochi giorni, di solito, il sonno si normalizza.
In alcune situazioni invece si attivano fattori condizionanti come la preoccupazione di non dormire e delle relative conseguenze.
Queste apprensioni determinano ansia e cronicizzazione dell’insonnia”.
Quali sono i rischi legati all’ insonnia ?
“L’insonnia cronica, oltre ai problemi legati alla sintomatologia diurna citata in precedenza, rappresenta un rischio per la salute.
Può infatti favorire la comparsa di ipertensione, obesità e diabete.
Inoltre la stanchezza e la sonnolenza diurna espongono al rischio di incidenti stradali.
La cattiva qualità del sonno può determinare anche l’insorgenza di una depressione”.
Come si contrasta l’insonnia?
“In caso di sonno disturbato senza conseguenze diurne è opportuno attenersi alle regole della buona igiene del sonno: andare a letto ad ore regolari, non fare pasti pesanti la sera, evitare caffè, tè, coca-cola e alcolici la sera, non dedicarsi ad attività impegnative fisiche o mentali nelle ore che precedono il momento di coricarsi ma al contrario cercare di rilassarsi, non lasciare accesa la televisione in camera da letto.
Nel caso di una insonnia cronica le possibilità terapeutiche sono la terapia cognitivo-comportamentale (cognitive behavior therapy-CBT) e la terapia farmacologica.
La scelta va sempre fatta dal medico, sulla base dello specifico quadro clinico presentato dal paziente.
La CBT è una tecnica psicologica, terapia effettuata sotto il controllo di psicologi accreditati, della durata di circa 3 mesi. Si concentra sul ‘decondizionamento’ del paziente dalle preoccupazioni e dai pregiudizi relativi alla propria insonnia.
La terapia farmacologica si basa sui farmaci ipnotici che devono essere assunti sempre sotto controllo medico, alle dosi prescritte e per periodi di tempo definiti. Gli ipnotici sono particolarmente indicati per le insonnie di recente insorgenza (da almeno 15 gg) legate a situazioni stressanti. In questi tali casi, se assunti per poche settimane, gli ipnotici possono impedire la cronicizzazione dell’insonnia.
Gli ipnotici non sono tutti uguali e la loro scelta dipende dalle caratteristiche dell’insonnia e dal quadro clinico generale del paziente, tenendo conto di età, professione, abitudini di vita, comorbidità (coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo ndr.) e altri farmaci assunti.
Per questo non bisogna mai assumere ipnotici perché ‘consigliati’ da un amico. È necessario rivolgersi sempre al medico per la prescrizione, per il monitoraggio dell’effetto ed infine per la programmazione della sospensione”.