Testimone di Geova rifiuta trasfusioni e muore. Quando una gastrite può essere letale?

Una donna di 70 anni anni è morta qualche giorno fa, a Caserta, per una gastrite sanguinante. I medici potevano salvarla con delle trasfusioni, ma la 70enne ha rifiutato il trattamento per motivazioni religiose.
La donna apparteneva ai testimoni di Geova. Il movimento religioso cristiano vieta di ‘mischiare’ il proprio sangue con quello altrui. “L’avrei salvata al 100%”, ha affermato Gianfausto Iarrobino, il primario del reparto che aveva in cura la donna.
Ma come è possibile che una gastrite diventi così grave? “Nello stomaco sono presenti una grandissima quantita di vene e arterie”, spiega Gabriele Prinzi, chirurgo laparoscopista, esperto di patologie gastro intestinali, in un’intervista a Fortesano.it. “L’estrema conseguenza della gastrite è che l’acido possa perforare la parete dello stomaco, fino ad arrivare a una vena o un’arteria, provocando così un’emorragia”.
Il dottor Prinzi afferma che in passato si sviluppavano con più frequenza le gastriti sanguinanti così gravi. “Ora, invece, è più difficile trovare qualcuno che arrivi con un’emorragia di questo tipo”.
Si può morire di gastrite sanguinante? – Secondo l’esperto, oggi è molto raro che una gastrite diventi letale. Le conseguenze gravi sono scongiurate “grazie all’uso sistemico dei farmaci che riducono l’acidità gastrica”, rassicura Prinzi. “La gastrite sanguinante rappresenta una delle conseguenze peggiori. Lo stomaco è l’organo più irrorato dal sangue dell’addome, quello proveniente da tutto il viscere. Per questo l’eventuale perforazione di una vena mette a rischio la vita di una persona velocemente perché può causare delle emorragie massive”.
L’importanza dei farmaci – Gli studi scientifici hanno fatto notevoli progressi negli anni e adesso è possibile intervenire prima che si raggiungano coseguenze critiche. Basta seguire un corretto uso dei gastroprotettori.
“Prima dell’era degli inibitori di pompa protonica, i gastroprotettori, la stragrande maggioranza di interventi che venivano fatti sullo stomaco, non erano per tumori, ma erano per ulcere perforate o emorragie gastro duodenali”, afferma il dottore.
“In passato eseguire le gastroresezioni, tagliare lo stomaco e ricucire quello che rimane, era l’unica cosa da fare quando i pazienti erano affetti da gastrite sanguinante e arrivavano in ospedale in condizioni critiche. Adesso le cose sono cambiate”.