Dente del giudizio, quando si deve intervenire: l’estrazione e i suoi rischi

L’estrazione del dente del giudizio non è sempre una passeggiata. Può essere molto dolorosa e fastidiosa, ma in alcuni casi è proprio necessaria. I denti del giudizio sono chiamati anche ottavi o terzi molari. Sono presenti in ognuno dei quattro quadranti della nostra dentatura, occupando la posizione più interna dell’arco dentale. Gli ottavi non sarebbero coinvolti nel processo della masticazione e secondo alcune teorie derivano dai nostri antenati. Per loro, infatti, sarebbero stati necessari per masticare cibi molto duri e crudi.
Non sempre spuntano fuori – “Di solito spuntano dai 18 ai 23-25 anni”, afferma il dottor Paolo Formenti, odontoiatra che collabora con numerosi ambulatori e catene dentali, in un’intervista a Fortesano.it. “Se non sono ancora spuntati, si fa una radiografia, per vedere se ci sono. A volte però non ci sono proprio, si chiama agenesia di ottavi”.
Quando è opportuno intervenire? Ci sono diversi casi in cui gli ottavi rischiano di compromettere la salute del paziente, in questi casi è necessario intervenire. “È opportuno intervenire quando il molare del giudizio è posizionato male, quando dà disturbi come dolore, quando ascessi e quando soprattutto spinge sulla radice dei denti vicini”, spiega il dentista.
Un altro caso in cui si deve procedere con l’estrazione è quando non riescono a spuntare fuori e restano incastrati nell’osso mascellare. “Quando i molari sono inclusi totalmente nell’osso si rimuovono per non creare disturbi ai denti vicini”. Possono essere inoltre compromessi da diverse problematiche come cisti, granulomi, infezioni, carie ecc.
La decisione se procedere o meno con l’estrazione spetta al dentista. L’intervento viene eseguito in genere su anestesia locale e può essere più complicato o molto semplice a seconda dei casi.
Secondo il dottor Paolo Formenti è meglio procedere con l’estrazione dei molari del giudizio in ogni caso. “Uno studio americano recente consiglia di levarli sempre e comunque. Io mi trovo daccordo con questa posizione, perché in età adulta, presto o tardi qualche problema lo creano”. Non servono? “No, non servono a niente”.
I rischi dell’estrazione – A volte l’estrazione potrebbe comportare dei rischi. Secondo il sito studiodentisticocozzolino.it quando si estrae il molare del giuidizio inferiore si potrebbe provocare una parestesia, “la perdità di sensibilità a causa dei traumi a carico del nervo alveolare”.
La paraestesia può essere permanente o temporanea e in alcuni casi colpisce anche la lingua determinando quindi conseguenze sul linguaggio, sul labbro e sulla mandibola. “La radice del dente del giudizio si trova molto vicina al nervo alveolare che durante l’estrazione con frese che vengono usate per separare il dente o per rimuovere osso potrebbe essere danneggiato”, si legge sul sito.
Inoltre con l’intervento c’è la possibilità di fratturare il dente. “L’estrazione del dente del giudizio si esegue utilizzando una pinza con cui viene applicata una forza laterale che allenta la presa del dente rispetto ai tessuti circostanti consentendo l’estrazione”, spiega il sito del dottor Fabio Cozzolino.
“Il problema principale legato a questa tecnica è la frattura del dente che obbliga a una seduta operatoria più lunga e più traumatica per rimuovere i frammenti del dente spezzato”.
Il medico rassicura spiegando che esistono delle tecniche meno rischiose. “Tuttavia utilizzando una leva al posto della pinza il dente del giudizio può essere estratto alcune volte anche in pochi secondi, in modo atraumatico con un rischio di frattura delle radici nettamente inferiore”.