Società italiana di diabetologia: 5 milioni di italiani con ulcere e patologie croniche ai piedi

Secondo gli ultimi dati della Società italiana di diabetologia, resi noti in occasione del Congresso internazionale di podologia e podiatria sul tema ‘Piede complicato da patologie croniche’, un italiano su due soffre di una patologia ai piedi.
È stato anche precisato che le lesioni ulcerative – non solo nei pazienti diabetici e geriatrici – sono in aumento, infatti interessano oltre 5 milioni di italiani.
Durante il congresso – tenutosi a Napoli sabato 27 e domenica 28 aprile, nell’Auditorium dell’Istituto Salesiano Sacro Cuore – è intervenuto il podologo e coordinatore del comitato scientifico del congresso Gaetano Di Stasio che ha spiegato che “la metà dei nostri pazienti è a rischio ulcere perché si tratta di soggetti complicati da patologie croniche come diabete, vasculopatie, reumatismi, neuropatie, nefropatie”.
“In questi casi – ha proseguito – bisogna fare prevenzione attiva interpretando i primi segni, trattando le lesioni preulcerative o indirizzando allo specialista in presenza di fattori di rischio di competenza medica, fondando la propria azione su protocolli e procedure che facciano riferimento a linee guida basate sull’evidenza o comunque sulla migliore pratica clinica disponibile: le ulcere cutanee sono tanto diffuse da assumere ruolo di malattia sociale”.
Tuttavia, il chirurgo vascolare Lanfranco Scaramuzzino ha sottolineato che “in molti casi, e sono purtroppo oltre 700 mila bisogna ricorrere all’amputazione di una o più dita o di tutto il piede. Per evitarla bisogna puntare sulla prevenzione, sin da bambini. E il congresso, che è dedicato alla biomeccanica del piede, punta proprio sulla prevenzione nelle sue 3 principali declinazioni. Quella generalizzata, innanzitutto, nei bambini e negli adulti. Poi quella primaria, nella neuropatia, nella vasculopatia, nelle deformità acquisite, nelle lesioni preulcerative. Infine la prevenzione secondaria, che interviene dopo un’ulcera o addirittura dopo l’amputazione”.
“Il piede – ha aggiunto poi Di Stasio – non può essere trattato senza conoscere la condizione fisiopatologica del paziente. Occorre un’accurata anamnesi fisiologica, familiare, patologica remota e prossima. Nell’anamnesi patologica prossima importante è l’esame obiettivo e l’attenta valutazione eziopatogenetica del sintomo dolore. L’esame obiettivo podologico è l’insieme delle manovre diagnostiche effettuate dal podologo per verificare la presenza dei segni (o sintomi obiettivi) indicativi di una deviazione dalla condizione di normalità fisiologica e si distingue in esame locale degli arti inferiori ed esame funzionale biomeccanico. Quest’ultimo è prevalentemente clinico e viene effettuato attraverso test valutativi ed eventualmente strumentali”.