Un solo bicchiere di alcol può aumentare il rischio di ictus: lo rivela uno studio

Secondo i risultati di uno studio genetico condotto su 160mila adulti pubblicato dalla rivista Lancet, il rischio di malattie cardiovascolari aumenta con il consumo dell’alcol e contrariamente a quanto si è soliti pensare, uno o due bicchieri di bevande alcoliche al giorno potrebbero aumentare la probabilità di ictus.
Lo studio dimostra infatti che anche bassi consumi di alcol sono associati all’aumento della pressione che può causare ictus, contraddicendo studi precedenti secondo cui il consumo moderato di alcol può addirittura prevenire ictus e altre malattie cardiovascolari.
In particolare i ricercatori hanno scoperto che con uno o due bicchieri al giorno di bevanda alcolica – come un bicchiere di vino, una bottiglia di birra o un bicchierino di superalcolici – si assisteva ad un aumento del rischio di ictus dal 10 per cento al 15 per cento e con quattro bicchieri si poteva arrivare ad un rischio del 35 per cento.
Lo studio è stato effettuato in Cina, dove per circa 10 anni i ricercatori hanno controllato il consumo di alcol di oltre 500mila uomini e donne.
È emerso che circa un terzo della popolazione cinese non può bere a causa di un gene che impedisce di smaltire l’alcol, per cui anche bevendo un sorso di alcol ci si ubriaca subito, mentre dagli altri due terzi del campione, liberi di assumere alcol, è risultato che chi beve almeno 4 bicchieri di alcolici al giorno incorre in un maggior rischio di problemi cardiaci e pressione alta.
Il limite di questo studio è che si sia concentrato esclusivamente sulla popolazione cinese e che abbia dato poca rilevanza al vino rosso che secondo molti studi protegge dalle malattie cardiache, inoltre i dati sugli infarti sono poco esaustivi per cui i ricercatori ne stanno raccogliendo altri.
Giulio Melisurgo, cardiologo all’ospedale San Raffaele di Milano, ha osservato che “in realtà queste conclusioni vanno prese con cautela. La correlazione con il rischio di ictus deriva dal consumo di alcol geneticamente predetto e non dal consumo effettivo. Inoltre, cosa fondamentale, nella popolazione analizzata il consumo di alcol è rappresentato prevalentemente da superalcolici; pertanto il risultato di questa analisi non consente di attribuire un potenziale effetto negativo ad altre bevande alcoliche come il vino rosso, con noto effetto benefico in caso di moderata assunzione”.