L’olio di frittura riusato favorisce la proliferazione di cellule tumorali

Gli scienziati dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, hanno condotto uno studio su topi, da cui è emerso che il riutilizzo di olio per frittura porta a cambiamenti genetici che favoriscono il cancro al seno in stadio avanzato.
L’olio infatti agirebbe come innesco tossicologico e favorirebbe la proliferazione di cellule tumorali, metastasi e cambiamenti nel metabolismo dei lipidi.
La ricerca, pubblicata su ‘Cancer Prevention Research’, è stato svolta in 16 settimane totali: un gruppo di topi per la prima settimana ha seguito una dieta a basso contenuto di grassi, e nelle successive è stato alimentato con olio di soia fresco non riscaldato, contemporaneamente un altro gruppo di topi durante tutte le settimane ha consumato olio utilizzato più volte per la frittura.
In seguito gli scienziati hanno iniettato cellule di cancro al seno nella tibia di ciascun animale, per simulare il cancro, visto che si trattava di cellule particolarmente aggressive, che possono spontaneamente diffondersi con metastasi.
Venti giorni dopo l’iniezione, i tumori nelle tibie dei topi che avevano consumato l’olio riusato, sono cresciuti di quattro volte rispetto a quelli dell’altro gruppo di topi, e nei loro polmoni vi erano più metastasi. I topi alimentati con olio riusato inoltre avevano alti livelli di una proteina chiave (Ki-67), associata alla proliferazione cellulare.
Lo scienziato William G. Helferich, che ha condotto la ricerca, ha detto che “c’erano il doppio dei tumori nei polmoni, ed erano più aggressivi e invasivi” e “immaginavo che i noduli nei polmoni fossero dei piccoli cloni, ma non lo erano” infatti “avevano subito una trasformazione per diventare più aggressivi”.
“Le metastasi nel gruppo degli animali alimentati con oli freschi erano presenti, ma non invasive o aggressive, e la proliferazione non era così ampia” ha detto ancora.