Spaghetti al glifosato, nuovo test di GranoSalus: ecco i marchi contaminati

Ad un anno dalle ultime analisi effettuate, i nuovi test ne confermano la presenza nella pasta italiana, seppur con livelli più bassi
L’associazione di produttori e consumatori, GranoSalus, ha effettuato nuove analisi per verificare la presenza di glisofato nella pasta italiana.
Il glifosato è uno dei diserbanti più diffusi al mondo.
Viene ampiamente utilizzato in pre-raccolta negli USA e Canada nelle coltivazioni di grano duro, per favorirne la maturazione artificiale, con conseguente presenza di residui nel grano raccolto e nelle farine che ne derivano.
La legislazione europea dal mese di agosto 2016 vieta l’uso di glifosato in pre-raccolta per il grano duro ma, dalle analisi effettuate da GranoSalus, emerge la presenza di glifosato nella pasta (seppure in quantità minore rispetto al passato), a dimostrazione che il divieto operante in Italia sarebbe eluso dai pastifici ricorrendo alla miscelazione con grani contaminati extra-Ue.
Come si nota dalla foto, dalle analisi effettuate risulta la presenza (entro i limiti di legge per gli adulti) di glifosato nella pasta a marchio Divella, Barilla, De Cecco, Garofalo Rummo, Riscossa, mentre sono state rilevate solamente “tracce” negli spaghetti Voiello, La Molisana e Granoro 100% Puglia.
GranoSalus dichiara:
“La rilevazione, in questi ultimi casi, si attesta sotto i livelli di quantificazione minima (pari a 0,010 mg/kg) e per tale ragione tecnicamente si parla di “traccia” di tale sostanza non potendo quantificare precisamente tale presenza. Il che, tuttavia, potrebbe indurre a sospettare che vi sia stata un’attività di miscelazione tra grani esteri e grani nazionali anche se più attenuata rispetto al passato”.
In passato, sull’argomento ‘tracce non superiori ai limiti consentiti dalla legge’ i tribunali italiani avevano stabilito: “è vero che le quantità di contaminanti rilevati nella pasta non risultano superiori ai limiti di legge, ma è vero anche che la presenza di tali sostanze può legittimamente indurre gli analisti a dubitare della miscelazione del prodotto italiano con grani esteri, posto che nel territorio nazionale è tendenzialmente da escludere il glifosato (diserbante) che non può essere utilizzato in fase prossima alla raccolta”.
Le industrie del settore dimostrano il loro impegno, ma senz’altro ci si potrebbe aspettare maggiore garanzia di qualità e salubrità delle materie prime da loro utilizzate.
Fonte: GranoSalus