Come perdere una taglia con la dieta dell’intestino
Perdere una taglia si può: basta mangiare i cibi giusti.
Molte diete tagliano le calorie, ma trascurano salute del nostro intestino. Eppure, fa notare Starbene.it, il peso corporeo dipende anche dal benessere della flora batterica, perché se mangiamo male, alimentiamo i germi “accumulatori”, che hanno una serie di effetti che ci fanno ingrassare:
– Rallentano il metabolismo
– Ci fanno assimilare di più
– Stimolano la fame
– Favoriscono il deposito di grasso viscerale.
Per perdere una taglia, al contrario, dobbiamo coltivare i germi “buoni”, che tengono sotto controllo i livelli di L lipidi e zuccheri nel sangue, modulano l’appetito e “spengono” le infiammazioni che, tra le altre cose, ci fanno prendere chili di troppo.
Per equilibrare la flora intestinale e iniziare a dimagrire dobbiamo evitare i cibi poveri di fibre e ricchi di additivi:
“Il meccanismo è semplice: «Livelli eccessivi di un nutriente possono aumentare il numero di batteri che lo utilizzano come combustibile. Ecco perché i cambiamenti nel menu, in particolare nella distribuzione percentuale di proteine, carboidrati e grassi, sono in grado di modificare la struttura del microbiota (migliorandola o, molto più frequentemente, danneggiandola). Lo squilibrio può dipendere anche dall’abuso di cibi industriali e trasformati, che sono poveri di fibre e spesso contengono tanti additivi chimici. E nuocere, oltre che al benessere dell’apparato digerente, a quello dell’organismo in generale», osserva il dottor Mario Berveglieri. «Esiste, infatti, un legame molto stretto tra la salute dell’intestino (dove è concentrata la maggior parte delle nostre difese) e quella del sistema immunitario. Una flora equilibrata contribuisce a tenere sotto controllo i germi patogeni, ci difende dalle sostanze tossiche, interviene nei processi digestivi, riduce l’ipercolesterolemia e ha un ruolo rilevante nella produzione di vitamine (K, B1, B6, PP, acido folico e acido pantotenico)». Per essere sempre al top, quindi, fai attenzione a quello che porti in tavola”.
E poi bisogna evitare alimenti raffinati e pieni di zuccheri, spiega il dottor Mario Berveglieri:
“Favoriscono i processi putrefattivi e fermentativi nell’intestino, che danneggiano le colonie di batteri benefici. Inoltre, vengono assorbiti molto velocemente, provocando picchi di insulina. Questo ormone ha il compito di abbassare la glicemia (la concentrazione di zuccheri nel sangue): fa quindi entrare il glucosio nei muscoli e nei tessuti adiposi e ne favorisce la trasformazione in grassi di deposito», puntualizza Berveglieri. Nel tempo, poi, un eccesso di zuccheri infoltisce i ceppi di alcuni sottotipi di batteri, tra cui l’Escherichia coli, che possono provocare malattie infiammatorie intestinali e danneggiare ulteriormente la microflora. «No, dunque, a carboidrati semplici e raffinati, e ai cibi solidi e liquidi che contengono zuccheri aggiunti, come sciroppo di glucosio e fruttosio”.
E, ultimo ma non meno importante, ricordiamoci di limitare il consumo di carni rosse e di includere nella nostra alimentazione frutta secca (noci e mandorle), pesce, soprattutto azzurro, semi oleosi (lino, sesamo, girasole e zucca) e l’olio extravergine d’oliva.