C’è più olio spagnolo che italiano nelle bottiglie tricolori
Delle etichette non dobbiamo fidarci. E quelle dell’olio sono uno degli esempi più noti. Non tutti i consumatori sanno, però, che due terzi le bottiglie d’olio riempite in Italia contengono prodotto straniero che proviene da Spagna, Grecia e Tunisia. Altro che Made in Italy!
Leggiamo sul sito di Coldiretti:
“C’è più olio spagnolo che italiano nelle bottiglie riempite a livello nazionale che in 2 casi su 3 contengono prodotto straniero proveniente per oltre il 60% dalla Spagna, il 25% dalla Grecia, ma per quasi il 10% da un paese extracomunitario come la Tunisia. È quanto emerge dallo studio Coldiretti presentato alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano al Mandela Forum di Firenze in Toscana che è la regione italiana che importa più olio di oliva dall’estero da “spacciare” come italiano sfruttando l’immagine del paesaggio più famoso al mondo.
Gli oli di oliva stranieri – precisa la Coldiretti – vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Sotto accusa è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.”
Falso olio extravergine, la multa a Carapelli, Lidl, Sasso e Bertolli
Nel giugno scorso era anche venuta a galla la vicenda degli oli spacciati come extra da noti marchi. Riporta Repubblica:
“Epilogo con multa per la vicenda del falso olio extravergine di oliva venduto nei supermercati da una serie di grandi case produttrici, condannate dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta. La denuncia, partita dalle analisi effettuate dal mensile dei consumatori Il Test-Salvagente, era poi passata in carico alla Procura di Torino coordinata dal pm Raffaele Guariniello, che aveva fatto prelevare dai Nas alcuni campioni di olio e li aveva inviati al laboratorio dell’Agenzia delle dogane. Gli esami hanno confermato che si trattava di semplice olio vergine d’oliva, di qualità inferiore rispetto a quello “extra”, per quanto riguarda i marchi Carapelli, Bertolli, Sasso, Primadonna (Lidl), Coricelli, Santa Sabina e Antica Badia (Eurospin).
Intanto che si aspetta l’esito, sul piano penale, delle indagini della Procura di Torino, arrivano le sanzioni – meno salate del previsto, in verità – dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato dopo l’esposto che l’associazione dei consumatori “Konsumer” aveva inviato all’Antitrust, chiedendo un intervento nei confronti delle aziende per pubblicità ingannevole. E così Lidl è stato sanzionato per 550mila euro per l’olio vergine Primadonna venduto come extravergine. Stesse motivazioni anche per la multa da 300mila euro inflitta alla società spagnola Deoleo, proprietaria dei Marchi Bertolli, Sasso e Carapelli, rispettivamente per i prodotti Bertolli gentile, Sasso classico e Carapelli il frantolio.”