Insalata in busta, il taglio delle foglie aumenta il rischio di salmonella
L’insalata in busta non è un alimento raccomandabile.
In un altro articolo riportavamo l’opinione del dottor Franco Berrino in merito: l’insalata confezionata non fa male alla salute, ma non porta neanche benefici.
“L’insalata già lavata che comprate al supermercato è stata trattata con del cloro che ha ucciso tutto quel film di microbi che c’è sulla foglia di insalata. Non ci farà tanto male, ma non ci farà bene,” spiega Berrino.
Ma secondo uno studio dell’Università di Leicester pubblicato su Applied and Environmental Microbiology, quando consumiamo l’insalata confezionata qualche rischio lo corriamo, in quanto l’ambiente umido dei sacchetti in cui l’insalata è contenuta, insieme al nutrimento rappresentato dalle foglie, crea un terreno fertile per la crescita di batteri:
“I ricercatori dell’università inglese sono rimasti “scioccati” dalla facilità con cui i germi si riproducono in queste condizioni, perfino quando le confezioni di insalata sono conservate in frigorifero, riporta la Bbc“.
Lo studio della Leicester University condotto dalla dottoressa Primrose Freestone mostra “che un’iniziale contaminazione di 100 batteri di Salmonella in foglie di insalata aumenta a 100 mila batteri dopo cinque giorni quando l’insalata è conservata in una confezione di plastica,” si legge su Repubblica.
“Una dose più che sufficiente per provocare un’infezione”, ha spiegato la dottoressa Freestone. I germi così creati sono talmente potenti, aggiunge la ricercatrice, che nemmeno lavare l’insalata è sufficiente a eliminarli.
Il consiglio è quindi di consumare l’insalata in busta il giorno stesso in cui la si acquista.