Il tumore più pericoloso al mondo si può prevenire: ecco come

Quello al pancreas è il tumore più pericoloso: non solo perché tra le forme tumorali è la più letale, ma anche perché è difficile diagnosticarlo.
Ogni anno in Italia si registrano 5.500 nuovi casi tra i maschi e 5.900 tra le donne. E il fattore di rischio maggiore è il fumo: i fumatori rischiano di ammalarsi il triplo di chi non fuma. E anche alcol e caffè, così come l’età avanzata rappresentano altri importanti fattori di rischio.
E c’è poi, leggiamo sul sito dell’AIRC, un legame con l’obesità: “soprattutto quando il grasso è stratificato sull’addome e quando sono presenti l’intolleranza al glucosio, la resistenza all’insulina e il diabete”.
I sintomi del cancro al pancreas, il tumore più pericoloso al mondo
Uno dei problemi, come accennato sopra, è che nelle fasi iniziali il tumore al pancreas non dà segni particolari. E, spiega l’AIRC, “anche quando sono presenti sintomi si tratta di disturbi piuttosto vaghi, che possono essere interpretati in modo errato sia dai pazienti sia dai medici. Per questi motivi la diagnosi spesso viene fatta quando la malattia è già estesa”.
Sintomi più chiari “compaiono quando il tumore ha iniziato a diffondersi agli organi vicini o ha bloccato i dotti biliari. Possono così manifestarsi perdita di peso e di appetito, ittero (colorazione gialla della pelle), dolore nella parte superiore dell’addome o nella schiena, debolezza, nausea o vomito. Infine, una percentuale di malati che va dal dieci al venti per cento può essere anche colpita da diabete, dovuto all’incapacità delle cellule malate di produrre insulina”.
Come prevenire
La diagnosi del cancro al pancreas è un problema serio, così come la cura. La terapia più efficace è l’operazione, che è, però, praticabile solo nel 20% dei casi e la mortalità può arrivare al 10%.
La buona notizia è che la prevenzione “non è un miraggio”, fanno sapere i medici della Fondazione Veronesi. Stop a fumo e alcol e monitorare i soggetti più a rischio: “Studi epidemiologici affermano che i fattori fumo-alcol e alimentazione ricca di grassi incidano per un 70% nello sviluppo della patologia. «Tenere sotto controllo le persone che rientrano in queste categorie, in particolare gli individui con familiarità e chi soffre di pancreatite, sarebbe già un grande passo avanti ed eviterebbe molte delle diagnosi tardive a cui oggi assistiamo», conclude l’esperto”.
E l’AIRC ci informa che possono venirci in aiuto una dieta ricca di frutta e verdura e controlli periodici sulla funzionalità del pancreas, del fegato e dell’intestino.