Di cancro alla prostata si guarisce
Spaventa gli uomini, soprattutto dopo i 40 anni ed la forma più frequente tra i maschi. Ma la buona notizia è che di cancro alla prostata si guarisce grazie a terapie innovative.
Nell’ultimo ventennio la mortalità si è ridotta del 36% e 9 su 10 riescono a superare la malattia.
Nelle fasi iniziali del tumore alla prostata non si manifestano sintomi e viene diagnosticato dopo una visita urologica.
In seguito, quando la massa tumorale si espande si presentano sintomi come difficoltà a urinare o bisogno di urinare spesso, dolore, sangue in urine e sperma, sensazione di non riuscire a urinare in modo completo. Tuttavia, come riporta Askanews, il 47% degli uomini ignora i sintomi di questo tipo di tumore in stadio avanzato. E il 59% non è in grado di riconoscerli.
Di cancro alla prostata si guarisce: il nuovo radiofarmaco che uccide le cellule tumorali
Per fortuna la scienza ha scoperto nuove cure alternative come il Radium 223, un farmaco in grado di incorporarsi nelle ossa ed eliminare le cellule tumorali rilasciando delle radiazioni. Ne parla Vera Martinella sul Corriere della Sera:
“Oltre all’ormonoterapia esistono altri trattamenti innovativi con meccanismi d’azione completamente diversi, come il Radium 223, un «radiofarmaco» capace di incorporarsi nell’osso (nella sede delle metastasi scheletriche) e di liberare un’energia molto intensa e poco penetrante (radiazioni alfa) capace di uccidere le cellule tumorali riducendo al minimo gli effetti collaterali sui tessuti sani, in particolare sul midollo osseo. Anche il Radium 223 si è dimostrato capace di prolungare la sopravvivenza dei malati affetti da carcinoma della prostata con metastasi scheletriche e sintomi dolorosi, preservando quindi più a lungo la qualità della vita dei pazienti. «Come è emerso anche dall’ultimo Congresso Americano di Oncologia Medica (l’Asco, tenutosi a fine maggio a Chicago) oggi di fronte a un uomo con carcinoma alla prostata abbiamo di fronte un ampio scenario di possibilità terapeutiche, completamente differente da quello in cui ci siamo mossi fino a pochi anni fa – precisa Conti -. L’aspettativa di vita dei malati si è praticamente quintuplicata nell’arco di pochissimi anni e oggi la sfida è capire quando e come utilizzare queste armi terapeutiche, in quali malati, con quale sequenza. L’unica strada percorribile per raggiungere questo traguardo è l’approccio multidisciplinare: competenze diverse e complementari che concorrono insieme all’obbiettivo comune, cioè offrire più vita e più speranza ai propri pazienti».”
Come prevenire il cancro alla prostata
Sappiamo bene che prevenire è sempre meglio che curare. Perciò vi proponiamo alcune raccomandazioni dell’AIRC per ridurre il rischio di contrarre il tumore alla prostata:
“Non esiste una prevenzione primaria specifica per il tumore della prostata anche se sono note alcune utili regole comportamentali che possono essere incluse nella vita di tutti i giorni: aumentare il consumo di frutta, verdura e cereali integrali e ridurre quello di carne rossa, soprattutto se grassa o troppo cotta, e di cibi ricchi di grassi insaturi.
È buona regola inoltre mantenere il proprio peso nella norma e mantenersi in forma facendo ogni giorno attività fisica – senza esagerare, è sufficiente mezz’ora al giorno, anche solo una camminata.
La prevenzione secondaria consiste nel rivolgersi al medico ed eventualmente nel sottoporsi ogni anno a una visita urologica, se si ha familiarità per la malattia o se sono presenti fastidi urinari”.