Le 7 regole per prevenire l’infarto #LinfartoUccideIlLunedì
L’infarto uccide il lunedì. Sì è proprio nei giorni come questo che le persone muoiono di più a causa di attacchi di cuore, a prescindere da età o sesso. Lo ha rivelato una ricerca condotta da Live Science.
Allora diamoci da fare per prevenire l’infarto. E facciamolo adottando uno stile di vita sano. L’American Heart Association fornisce alcune linee guida da seguire per scongiurare questo rischio. Le riportiamo di seguito:
1. Seguire un’alimentazione sana
2. Ridurre il consumo di sale
3. Limitare il consumo di alcol
4. Scendere di peso
5. Praticare regolare attività fisica e aerobica
6. Smettere di fumare
7. Imparare a gestire lo stress
Seguici su Facebook
Come prevenire l’infarto, la ricerca
Leggiamo su Fondazioneveronesi.it: “Non fumare, fare regolare attività fisica, mangiare sano, mantenere i livelli di glicemia bassa, la pressione arteriosa nei limiti, il colesterolo nella norma e un indice di massa corporea adeguato al rapporto peso-altezza: sono i sette principi cardine, gli assi salva-cuore raccomandati anche dall’American Heart Association, per garantire al muscolo cardiaco lunga e sana vita. Ma gli italiani non li conoscono o li trascurano. «La nostra ricerca – spiega Francesco Landi del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia della struttura romana – aveva lo scopo di stabilire quali e quanti fattori di salute cardiovascolare siano conosciuti e vengano messi in atto dalla popolazione». Il campione, piuttosto vasto – oltre 1000 volontari, di cui il 56% donne con una età media di 56 anni, interrogati sulle proprie abitudini e stili di vita con un questionario anonimo raccolto in centri commerciali di sette città del Centro Nord – ha rivelato che i virtuosi sono pochissimi, solo due italiani su cento rispettano tutti e sette i fattori protettivi del cuore, mentre nella maggioranza si difendono a malapena con quattro correte abitudini praticate su sette. Ma restano ancora troppi gli indisciplinati – uno su dieci – che mettono in pratica meno di tre regole salva-cuore”
Quand’è che si verifica l’infarto?
Di seguito alcune informazioni utili dal sito del Ministero della Salute su cosa è l’infarto e come si sviluppa:
“L’infarto è la morte di una parte del muscolo cardiaco (miocardio), dovuta a un’ischemia prolungata, cioè al mancato apporto di sangue in un determinato territorio, per un certo periodo di tempo.
La maggior parte degli infarti si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue (trombo) che va ad ostruire una o più arterie coronarie (le arterie che portano sangue ossigenato e sostanze nutritive al muscolo cardiaco); normalmente la trombosi si verifica su una placca aterosclerotica dovuta ad un accumulo di colesterolo e cellule, che si sviluppa lentamente all’interno di una coronaria e che può rompersi improvvisamente; questa lesione provoca l’aggregazione di piastrine e la formazione di un trombo sulla placca ulcerata; il trombo ingrandendosi finisce con l’ostruire completamente la coronaria, interrompendo il flusso di sangue. Se il coagulo non viene rimosso rapidamente, la zona di miocardio irrorata da quell’arteria muore e si verifica l’infarto. Più raramente, l’infarto può prodursi su coronarie sane, cioè senza la presenza di placche aterosclerotiche; questa condizione provoca una discrepanza tra la necessità di ossigenazione di una parte del tessuto miocardico e la sua effettiva disponibilità; ciò accade ad esempio quando si verifica uno spasmo delle coronarie, oppure in una condizione di grave anemia, di insufficienza respiratoria, di grave abbassamento della pressione, di aritmie importanti. L’infarto colpisce gli uomini con maggior frequenza rispetto alle donne nelle età più giovani; le donne sono colpite con maggiore frequenza in età avanzata e la malattia si manifesta in modo più grave.
Nella fase acuta dell’infarto, le complicanze più importanti sono l’insorgenza di aritmie, che possono rivelarsi anche molto pericolose (per questo motivo il paziente viene sottoposto a monitoraggio continuo dell’elettrocardiogramma), e di un deficit della funzione di pompa del cuore (scompenso cardiaco).”